Omicidio Lidia Peschechera, rinviato a giudizio il fidanzato che la strangolò
Alessio Nigro, 28enne reo confesso, è accusato di omicidio volontario.
Omicidio Lidia Peschechera, rinviato a giudizio Alessio Nigro: il fidanzato 28enne reo confesso, è accusato di omicidio volontario. Il processo si aprirà il prossimo 8 aprile.
Omicidio Lidia Peschechera, rinviato a giudizio il fidanzato
Un delitto avvenuto al culmine dell'ennesimo litigio. Alessio Nigro, il fidanzato 28enne di Lidia Peschechera, l'ha uccisa strangolandola nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2021. L'omicidio avvenne all'interno dell'abitazione della donna in via Depretis a Pavia.
Per quel delitto il 28enne, andrà a processo davanti alla Corte di Assise. Al termine dell'udienza preliminare tenutasi a inizio settimana, infatti, il giudice ha infatti rinviato a giudizio l'uomo.
Un processo si aprirà il prossimo 8 aprile e il giovane, reo confesso, dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
Il delitto
Alessio Nigro dopo aver ucciso la donna, e nonostante la presenza del cadavere, rimase nella casa del delitto per tre giorni. Con il cellulare della vittima inviò anche dei falsi messaggi al datore di lavoro della donna per non allarmarlo della sua assenza. Ma quest'ultimo, leggendo quegli strani messaggi, si insospettì e allertò i soccorsi.
Quando i soccorritori arrivarono trovarono il cadavere della 49enne, ormai in evidente stato di decomposizione, coperto da un asciugamano, ancora con i vestiti e le scarpe addosso, adagiato nella vasca da bagno.
Gli inquirenti ci hanno messo poco a capire cosa fosse successo. Nigro nel frattempo aveva fatto perdere le sue tracce. Lo hanno trovato dopo un'indagine lampo in un ostello di Milano, dove si era rifugiato per sfuggire alle ricerche. Una volta interrogato dal Procuratore della Repubblica Dottor Mario Venditti e dal Sostituto Procuratore Dottoressa Diletta Balduzzi, ha confessato il delitto senza però indicare il movente.
"Non ero lucido"
Aveva confessato di avere commesso il delitto spiegando di non essere lucido in quanto aveva la mente offuscata dall'assunzione di alcol. Condizione che però, per il perito nominato dal giudice, non avrebbe condizionato la sua capacità di intendere e volere. Il 28enne inoltre sembra soffrire di un disturbo borderline di personalità diagnosticato in passato e avvalorato anche da alcuni ricoveri avvenuti nel 2017 e 2018. Sarà proprio su questi aspetto che la difesa punterà di far leva nel dibattimento.
Lidia Peschechera era molto conosciuta per le sue battaglie animaliste. Ma anche una convinta vegana, antifascista e sostenitrice delle cause Lgbt.