Pavia

Omicidio Lidia Peschechera, confermata in Appello la condanna a 20 anni per Alessio Nigro

Il delitto avvenne nell'appartamento della donna nel febbraio del 2021

Omicidio Lidia Peschechera, confermata in Appello la condanna a 20 anni per Alessio Nigro
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Omicidio Lidia Peschechera, confermata dalla Corte d'Appello di Milano la condanna a 20 anni per Alessio Nigro.

Omicidio Lidia Peschechera, confermata condanna a 20 anni per Nigro

Confermata dalla Corte d'Appello di Milano la condanna a 20 anni inflitta in primo grado lo scorso 15 luglio dalla Corte d'Assise di Pavia ad Alessio Nigro, 29 anni. L'uomo, è accusato dell'omicidio della sua compagna Lidia Peschechera, 49 anni, avvenuto il 12 febbraio 2021 nell'appartamento della donna, in via Depretis a Pavia. Il pronunciamento della Corte d'Appello è arrivato nella giornata di ieri, mercoledì 8 marzo 2023.

Il vizio parziale di mente

Nel processo di primo grado al 29enne era stato riconosciuto il vizio parziale di mente, facendo così cadere l'aggravante dei futili motivi che aveva portato il pubblico ministero a chiedere la pena dell'ergastolo.

In appello la Procura generale ha chiesto una condanna più severa per l'imputato, mentre i legali di Nigro chiedevano una diminuzione della pena.

"Attendiamo il deposito delle motivazioni della sentenza" commenta l'avvocato Giovanni Caly, difensore di Nigro.

Il delitto

Alessio Nigro, reo confesso, è accusato di aver barbaramente ucciso Lidia Peschechera, 49 anni, allora sua fidanzata. Un delitto, per l’accusa, commesso "in modo lucido e brutale, senza provare mai rimorso e mostrando una indifferenza disumana anche nelle fasi successive all’omicidio".

Un rapporto travagliato quello tra Alessio e Lidia. Che forse, la donna, voleva troncare. Il delitto è infatti avvenuto al culmine dell'ennesimo litigioNigro, l'ha uccisa strangolandola nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2021, all'interno dell'abitazione della donna in via Depretis a Pavia.

L'uomo dopo aver ucciso la donna, e nonostante la presenza del cadavere, rimase nella casa del delitto per tre giorni. Con il cellulare della vittima inviò anche dei falsi messaggi al datore di lavoro della donna per non allarmarlo della sua assenza. Ma quest'ultimo, leggendo quegli strani messaggi, si insospettì e chiamò i soccorsi.

Quando i soccorritori arrivarono trovarono il cadavere della 49enne, ormai in evidente stato di decomposizione, coperto da un asciugamano, ancora con i vestiti e le scarpe addosso, adagiato nella vasca da bagno.

Gli inquirenti ci hanno messo poco a capire cosa fosse successo anche se Nigro nel frattempo aveva fatto perdere le sue tracce. Lo hanno poi trovato dopo un'indagine lampo in un ostello di Milano, dove si era rifugiato per sfuggire alle ricerche. Una volta interrogato ha confessato il delitto senza però indicare il movente.

Aveva confessato di avere commesso il delitto spiegando di non essere lucido in quanto aveva la mente offuscata dall'assunzione di alcol.

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