DISPOSTA L'AUTOPSIA

Omicidio Cilavegna, Giuseppe ucciso a pugni in faccia dal fratello e dall'amico

I tre uomini condividevano lo stesso appartamento: una convivenza turbolenta, segnata da litigi frequenti

Omicidio Cilavegna, Giuseppe ucciso a pugni in faccia dal fratello e dall'amico
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Omicidio a Cilavegna: Giuseppe, 54 anni, massacrato a pugni in faccia. Fermati per omicidio il fratello e un amico.

Ucciso a pugni in faccia

Un crimine brutale ha sconvolto la piccola comunità di Cilavegna, nella Lomellina. Giuseppe Sgroi, 54 anni, operaio presso l’isola ecologica locale, è stato trovato morto nella cucina della sua abitazione, situata in viale dei Mille. Il suo volto era devastato dai pugni, lasciando poco spazio a dubbi sulla violenza dell’aggressione che ha portato al suo decesso.

Fermati il fratello e un amico

A finire in manette per il sospetto di omicidio volontario sono il fratello della vittima, Massimo Sgroi, 52 anni, e Giuseppe Di Stefano, 34 anni, un amico comune che conviveva con i due fratelli. Di Stefano, a differenza di Massimo, ha precedenti penali. L’appartamento, che condividevano all'ultimo piano di una palazzina arancione, era diventato teatro di una convivenza turbolenta, segnata da litigi frequenti e da un costante stato di tensione.

Secondo quanto riferito da alcuni vicini, le discussioni tra i fratelli Sgroi non erano rare, e spesso si estendevano oltre le mura domestiche. Soltanto poche ore prima dell'omicidio, i fratelli erano stati visti discutere animatamente in un bar del paese.

Il punto sulle indagini

Le indagini condotte dai carabinieri di Vigevano hanno iniziato a chiarire la dinamica degli eventi accaduti nella notte tra martedì e mercoledì. Si sospetta che una nuova lite, alimentata anche dall'alcol, sia degenerata in un violento pestaggio che ha portato alla morte di Giuseppe Sgroi. Il corpo dell'uomo è stato trovato riverso sul pavimento della cucina, circondato da mobili rotti e porte danneggiate. I segni di una violenta colluttazione erano ovunque.

Due fermati

Massimo Sgroi e Giuseppe Di Stefano sono stati trovati ancora nell’appartamento al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine e subito condotti in caserma per essere interrogati. Le loro dichiarazioni, unite agli elementi raccolti dagli investigatori, hanno portato il sostituto procuratore Valentina Terrile a disporre il fermo per entrambi. Sono attualmente in carcere in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari.

Le cause esatte del tragico episodio restano ancora da chiarire. Si parla di "futili motivi" come possibile innesco della violenza mortale: questioni economiche o problemi legati alla difficile convivenza potrebbero aver scatenato l'ennesima lite. Tuttavia, il grado di violenza impiegato fa pensare a qualcosa di più profondo.

"Erano persone con problemi, tutti li conoscevano, sono stati seguiti dai servizi sociali per un lungo periodo," ha confermato il sindaco di Cilavegna, Manuel Maggio.

Disposta l'autopsia

Le indagini sono ancora in corso e si attendono i risultati dell’autopsia per confermare la causa esatta della morte di Giuseppe Sgroi.

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