Niente più treni Voghera-Pavia, ma non è l’unica corsa a rischio
L'assesssore Terzi: "Se dobbiamo scegliere tra la tutela dei pendolari e quella di continuare a far andare treni con 20 persone a bordo nei festivi, scelgo la prima opzione".
Niente più treni Voghera-Pavia, Stradella Milano Greco, Piacenza-Voghera e Voghera-Stradella. L'annuncio oggi dell'assessore regionale ai Trasporti Claudia Maria Terzi.
Niente più treni
Oggi, venerdì 9 novembre, l’Assessore regionale ai Trasporti Claudia Maria Terzi ha annunciato il taglio di una cinquantina di corse delle linee Trenord che dovrebbero però essere sostituite da autobus.
Il provvedimento si inserisce in un programma di tagli di Trenord su alcune linee regionali a scarsa affluenza per recuperare treni.
Ecco tutte le linee soppresse
Ecco l’elenco delle linee interessate dal provvedimento: Milano PG -Laveno Mombello, Gallarate-Luino, Milano PG -Monza, Carnate-Seregno, Bergamo -Treviglio, Mantova-Cremona-Codogno, Piacenza-Milano Greco, Voghera-Pavia; Stradella-Milano Greco; Piacenza-Voghera e Voghera-Stradella.
“Vogliamo tutelare i pendolari”
“Se dobbiamo scegliere tra la tutela dei pendolari e quella di continuare a far andare treni con 20 persone a bordo nei festivi, scelgo la prima opzione” ha affermato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi.
I rapporti fra Regione e Trenitalia sono tesi con l’accusa di scarsi investimenti verso la società.
Così l’assessore:
"Regione Lombardia ha investito più di tutti, mentre la collaborazione di Trenitalia è sempre stata insufficiente e sono mancati gli investimenti sulla rete di Rfi. Per questi motivi, oggi ci troviamo in una situazione disastrosa evidente a tutti. Ciò nonostante ci abbiamo messo la faccia fin da subito e ci stiamo dando da fare per garantire un servizio ferroviario degno di questo nome. Ricordo infatti che Regione Lombardia ha investito 3 miliardi in Trenord (1,4 miliardi fino adesso e 1,6 per l’acquisto di nuovi treni), mentre Trenitalia ha messo solo 170 milioni di euro. Visti questi numeri, che parlano da soli, occorre fare le debite proporzioni anche in ordine alle responsabilità della situazione attuale".
"La direzione è quella di ripartire con l’obiettivo, immediato e nell’emergenza, di tutelare i pendolari. Questo abbiamo chiesto a Trenord rispetto al piano emergenziale che abbiamo ricevuto ieri sera e che dobbiamo analizzare nel dettaglio. In una situazione in cui si è costretti a scegliere, il nostro scopo è quello di tutelare i pendolari. Se dobbiamo scegliere tra la tutela dei pendolari e quella di continuare a far andare treni con 20 persone a bordo nei festivi, scelgo la prima opzione.
“Con Trenord è fallito il federalismo ferroviario”
Molto critica l’associazione Onlit, l’Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti.
Le parole del suo presidente Dario Balotta, non danno adito a dubbi:
"La soppressione di 50 treni giornalieri per far fronte al collasso di Trenord è l’esito di una crisi avviata con il matrimonio con le FS. Va preso atto che con la nascita di Trenord è fallito il federalismo ferroviario proposto dall’ex Governatore Roberto Formigoni.
Dalla nascita di Trenord (sette anni fa), Regione e Trenitalia hanno sempre litigato sottobanco, impedendo economie di scala e di scopo grazie al perpetrarsi delle gestioni separate dei due rami ferroviari che si volevano integrare, le Nord e le FS. Gestioni aziendali consociative, contrarie a logiche industriali, hanno prevalso. La conflittualità sindacale è stata da record, mentre si era promesso di ridurla.
Ora che volano gli stracci e le contro accuse sono pubbliche, si spiega perché non è mai decollata l’efficienza dei trasporti in regione Lombardia. Sono invece decollati i costi pubblici, tanto da portare il costo treno/Km a 20 euro, il doppio del costo di un treno di qualsiasi altra regione italiana gestita da Trenitalia. La regione decida di ritirarsi dalle troppe parti in commedia che recita in questo settore, come soggetto proprietario e gestore, programmatore dei servizi e compratore degli stessi. La liberalizzazione ferroviaria, che ha avuto successo in tutta Europa, è la strada maestra per uscire dalla crisi e restituire dignità ai pendolari e un servizio all’altezza della Lombardia".
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