Monteleone è diventato la "Casa di Varenne"

Lo indicano numerose frecce dall'uscita autostradale alla sua nuova casa, una clinica veterinaria con un paddock enorme a lui dedicato.

Monteleone è diventato la "Casa di Varenne"
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Monteleone è diventato la "Casa di Varenne". Ad indicarlo numerose frecce dall'uscita autostradale alla sua nuova casa, una clinica veterinaria con un paddock enorme a lui dedicato.

La Festa di Benvenuto a Monteleone

Sabato 28 settembre 2019 il Comune di Inverno e Monteleone ha voluto organizzare una grande festa di benvenuto alla quale hanno partecipato oltre 500 persone. Un numero molto elevato per un piccolo centro del Basso Pavese che conta 1.400 abitanti.

Il campionissimo è stato preso d’assalto da appassionati e curiosi che volevano vedere da vicino il divo dell’equitazione. «Varenne è il nostro concittadino più illustre – ha detto il sindaco Andrea Lazzari – che all’Equicenter, centro d’eccellenza e nostro orgoglio, ha trovato l’ambiente ideale per trascorrere i giorni della pensione. Abbiamo ritenuto opportuno festeggiarlo perché è una gioia per noi sapere che sia in paese».

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La lunga giornata in onore del grande campione è coincisa casualmente in una data “storica”: il 17° anniversario dal ritiro dalle gare del mito. Per l’occasione a Inverno e Monteleone sono arrivati personaggi molto noti nel mondo dell’ippica, il proprietario di Varenne, Enzo Giordano, gli agenti di polizia a cavallo e altri cavalli che hanno vinto gare importanti e hanno sfilato per la folla adorante.

Ma gli occhi erano tutti per lui, per la star. Quando Varenne è arrivato in piazza Castello, ha divorato una torta di carote e mele. Il tempo di godersi il “premio” e poi è stato tutto uno scatto di flash e di selfie con il “Capitano”.

«È un istrione – ha aggiunto il sindaco – gli piace stare in mezzo alla gente, che lo può incontrare anche all’Equicenter prendendo appuntamento per una visita».

Varenne al suo esordio nel terzo settore

E ora Varenne diventerà anche testimonial di Horse Angels per la tutela degli equini. Speriamo che Varenne, nella sua veste di Capitano della Tutela Equina, riesca a raggiungere il mirabilissimo traguardo di salvaguardare i suoi cugini meno notori e fortunati.

Aiuterà anche i diversamente abili di Enable, l’associazione dell’atleta Ferdinando Acerbi.

I due annunci sull'impegno di Varenne per il terzo settore sono stati dati durante il convegno sul benessere del cavallo titolato Varenne Dixit, dalla parte del cavallo, che la sala consiliare ha ospitato, organizzato da Horse Angels, cui hanno partecipato, oltre alle due predette associazioni, il Dott. Giulio Predieri dell'Acme Drugs, che ha lanciato un alimento specifico per cavalli anziani, il Gerry, diminutivo di geriatrico, a ricordare che il mondo del cavallo italiano è maturo per la tutela dei fini carriera, con sempre maggiore richiesta di prodotti farmaceutici e alimentari dedicati alla terza età equina, e il dott. Cesare Rognoni, veterinario di Varenne e proprietario della clinica dove Varenne vive, che ha lamentato come i social a volte travisino, partendo dall'ignoranza, i temi di benessere e malessere equino, con campagne anche strumentali, che sono politiche, prima ancora che animaliste.

Chi è Varenne, il trottatore che ha vinto di più nella storia mondiale

Figlio dello stallone americano Waikiki Beach e della fattrice italiana Ialmaz, soprannominato Il Capitano, Varenne deve il suo nome alla via di Parigi dove si trova l'ambasciata italiana. Guidato per tutta la carriera dal driver romano Giampaolo Minnucci (salvo che alla corsa di esordio, nel 1998, e poi due volte nel 2002, quando Minnucci, appiedato, fu sostituito dal driver finlandese Jorma Kontio), ha fortemente impressionato gli appassionati e gli esperti di ippica imponendosi con straordinaria autorevolezza nelle corse più prestigiose del calendario italiano e internazionale.

Varenne ebbe un esordio singolare, quando era ancora di proprietà dell’allenatore e driver francese Jean Pierre Dubois, a Bologna, il 4 aprile 1998: pur risultando alla fine squalificato per aver rotto al galoppo, destò una straordinaria impressione per l’eccezionale recupero comunque effettuato dopo aver dovuto sfilare in coda, giungendo al traguardo per primo.

Questa performance indusse un appassionato di cavalli e cambiavalute napoletano, Enzo Giordano, al quale era stata riferita, ad acquistare da Dubois il promettente puledro nonostante il prezzo richiesto (150 milioni di lire) fosse piuttosto alto, trattandosi di un esordiente.

Varenne inizia così, a tre anni, la sua carriera di trottatore, con i colori della Scuderia Dany di Enzo Giordano, il quale lo affida a un centro ippico situato a Tor San Lorenzo, vicino a Roma, ove trascorrerà tutta la sua vita agonistica, gestito da un team guidato dall’allenatore finlandese Jori Turja e dal driver Giampaolo Minnucci.

Mette subito a segno una serie di prestazioni di grande contenuto tecnico che gli guadagnano l’attenzione degli appassionati di ippica e degli esperti, culminata con la vittoria del Derby del Trotto, la corsa più importante per un trottatore indigeno, ove batté con estrema disinvoltura Viking Kronos, che all'epoca dominava le classiche della generazione dei tre anni.

Nella stagione successiva (1999), vinse quasi tutti i gran premi del circuito dei quattro anni indigeni per poi esordire sul palcoscenico internazionale al Gran Premio delle Nazioni di San Siro, ove sconfisse la fortissima trottatrice americana Moni Maker. Ha poi concluso l'anno imbattuto, con una serie complessiva di quattordici vittorie in altrettante corse disputate. Dal 2000 Varenne ha cominciato a misurarsi con i trottatori più forti di tutto il mondo. Nello stesso anno ha corso diciotto volte, affermandosi in tredici occasioni.

Nella prima delle tre edizioni del Prix d'Amérique cui ha preso parte, una contestatissima partenza, ripetuta tre volte, ne condizionò la prestazione: rimasto invischiato nelle retrovie, Varenne fu protagonista di una sensazionale rimonta, che lo portò ad affrontare l’ultima curva in testa, salvo pagare in prossimità del traguardo lo sforzo compiuto per recuperare, giungendo terzo, dopo i cavalli francesi Général du Pommeau e Galopin du Ravary. Tuttavia già due settimane dopo, sulla stessa pista, al Prix Louis Roederer, seppe imporsi nei confronti di Général du Pommeau. Si aggiudicò successivamente il Lotteria di Agnano e il Gran Premio Giubileo 2000 di Roma. Nella stagione 2001 Varenne, sempre guidato da Giampaolo Minnucci, si afferma come indiscusso dominatore del trotto mondiale, prima surclassando gli avversari in tutte e tre le prove del Grand Slam del trotto europeo (Amérique, Lotteria, Elitloppet), per poi distanziare tutti anche nella Breeders Crown, la corsa più importante degli Stati Uniti: nessun cavallo aveva mai manifestato una superiorità così netta sui propri competitori.

Proprio negli Stati Uniti ha conseguito sull'anello del Meadowlands il tempo di 1’51.1, che gli valse il suo record (allora mondiale) sul miglio con un ragguaglio di 1'09.1" al km, limite ritoccato solo nell'agosto 2008 da Misterizi, vincitore dell'edizione di quell’anno del Nat Ray in 1'51". Il 2002 lo ha consacrato come trottatore più ricco e più veloce di tutti i tempi. Varenne ha bissato il Grand Slam, e ha concluso la sua carriera effettuando un tour mondiale in cui ha abbattuto tutti i record delle piste.

Le sue prestazioni gli hanno guadagnato l'attenzione dei media; a tale riguardo, oltre agli innumerevoli articoli della stampa, anche non specializzata, e anche al di fuori dell’Italia, relativi alle imprese di Varenne, può ricordarsi la copertina dedicatagli dal settimanale della Gazzetta dello Sport SportWeek. Varenne è l'unico cavallo nella storia dell'ippica mondiale ad aver vinto il titolo di "Cavallo dell'anno" in tre differenti Stati (Italia 2000, 2001, 2002; Francia 2001 e 2002; Stati Uniti 2001), ed è anche l'unico trottatore ad aver vinto le corse più importanti del mondo nello stesso anno (2001).

(Nella foto di copertina, la consegna della targa Horse Angels a Varenne come Ambasciatore di tutela degli equini)

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