Maltrattamenti all'asilo di Varzi. Il presidente Fontana: “Pene esemplari e videosorveglianza”

"Da settimana prossima sarà completato il percorso che consentirà di installare telecamere di videosorveglianza nei nidi e micronidi".

Maltrattamenti all'asilo di Varzi. Il presidente Fontana: “Pene esemplari e videosorveglianza”
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Bambini di età compresa tra uno e tre anni, costretti a subire violenze continue: spinte, strattoni e schiaffi. Violenze fisiche, ma anche psicologiche messe in atto quotidianamente dall’educatrice. Succede a Varzi, dove nelle scorse settimane sono iniziate a circolare voci sempre più insistenti su presunte condotte anomale da parte della titolare dell’asilo nido. (QUI I DETTAGLI E IL VIDEO SHOCK).

Maltrattamenti all'asilo di Varzi. Il presidente Fontana: “Ora pene esemplari”

“Fatti gravissimi e intollerabili. Vicende inaccettabili i cui responsabili dovranno essere puniti con pene esemplari. Da parte nostra, per cercare di contrastare questo fenomeno odioso, stiamo ponendo in essere azioni concrete. Già da settimana prossima sarà completato il percorso che consentirà di installare telecamere di videosorveglianza nei nidi e micronidi e di formare adeguatamente chi presta servizio negli stessi”.

Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore alle Politiche familiari, Genitorialità e Pari opportunità, Silvia Piani, commentano i casi di violenza nei confronti di bambini avvenuti a Varzi, nell’Oltrepò Pavese, e a Cernobbio.

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Le telecamere negli asili

“La prossima settimana – aggiunge l’assessore Piani – porteremo in Giunta la delibera attuativa che segue all’approvazione della legge regionale della Lombardia che stanzia 600.000 euro per l’introduzione delle telecamere negli asili nido e di altri 300.000 euro per la formazione del personale e degli operatori. Il nostro obiettivo – aggiunge l’assessore – è duplice: da una parte reprimere e dall’altra prevenire. Per questo, oltre all’installazione delle telecamere, è fondamentale individuare precocemente i segnali di disagio o di maltrattamento. Per raggiungere il risultato occorre favorire lo scambio di informazioni e promuovere azioni che impegnino organismi pubblici e privati a lavorare in rete. Per questo abbiamo affidato alle Ats, che hanno già competenze specifiche, l’aspetto formativo”.

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