CRONACA

L’ombra della Camorra arriva fino al carcere di Voghera: minacce al pentito per non parlare

Due fratelli, ritenuti figure di spicco del clan dei Casalesi, arrestati per aver tentato di condizionare un collaboratore di giustizia

L’ombra della Camorra arriva fino al carcere di Voghera: minacce al pentito per non parlare

Due fratelli, ritenuti vertici del clan dei Casalesi, sono stati arrestati con l’accusa di aver orchestrato una campagna di intimidazione per convincere un collaboratore di giustizia a ritrattare le sue dichiarazioni, agendo anche dal carcere di Voghera.

Due arresti

Le attività del clan dei Casalesi non si fermano davanti alle mura di un istituto penitenziario. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Perugia hanno inferto un duro colpo alla persistente operatività dell’organizzazione, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura, ha colpito due fratelli originari di Casal di Principe (CE), entrambi ritenuti elementi di spicco della cosca.

Minacce al pentito

I due indagati sono accusati del reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’Autorità Giudiziaria, aggravato dalla connessione con attività mafiose. Secondo le indagini, tra maggio 2024 e giugno 2025, avrebbero orchestrato una sistematica campagna di intimidazione nei confronti di un collaboratore di giustizia. L’obiettivo era chiaro: spingere il pentito a ritrattare le sue deposizioni o a non testimoniare in un processo cruciale.

Il “Pizzino” Dettato dalla Cella

Il perno dell’intera operazione era uno dei fratelli, già detenuto presso il carcere di Voghera dall’aprile 2024. Descritto dagli inquirenti come un “elemento di vertice” del clan, l’uomo avrebbe sfruttato la libertà del fratello per mantenere un filo diretto con l’esterno. Dalla sua cella, avrebbe dettato o fatto scrivere otto lettere il cui contenuto era inequivocabilmente intimidatorio. Questi messaggi erano destinati al pentito per convincerlo a tacere sul traffico di droga internazionale gestito dai Casalesi.

L’origine dell’inchiesta

La vicenda che ha innescato l’azione trae origine da un’inchiesta della Procura di Perugia focalizzata sul traffico internazionale di stupefacenti. Nel marzo 2023, l’indagine aveva portato all’arresto, al confine francese, di un corriere in possesso di 35 chili tra eroina e cocaina. Fu proprio questo corriere, successivamente, a decidere di pentirsi e collaborare con la giustizia, svelando retroscena e gerarchie dell’organizzazione. Tra i nomi fatti, era emerso quello del boss ora detenuto.

Le misure cautelari

L’esecuzione delle misure cautelari, avvenute tra Casal di Principe e Voghera, rappresenta un duro colpo all’operatività residua del clan. Le indagini hanno dimostrato come l’associazione criminale sia ancora in grado di esercitare la sua influenza e capacità di minaccia, anche attraverso figure che si trovano dietro le sbarre, utilizzando i parenti come fedeli intermediari.

La Procura della Repubblica ricorda che gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a una sentenza definitiva e che il provvedimento è stato adottato in fase di indagini preliminari.