CRONACA

L’ex assessore di Voghera Massimo Adriatici sarà processato con rito abbreviato per omicidio volontario

Accolta la richiesta dei legali dell’ex assessore leghista alla Sicurezza accusato dell’omicidio volontario di Younes El Boussettaoui, avvenuto il 20 luglio 2021

L’ex assessore di Voghera Massimo Adriatici sarà processato con rito abbreviato per omicidio volontario

Massimo Adriatici, ex assessore leghista alla Sicurezza di Voghera, sarà processato con rito abbreviato per l’omicidio di Younes El Boussettaoui, ucciso da un colpo di pistola il 20 luglio 2021. Il processo si concluderà con la sentenza il 30 gennaio 2026.

Ok al rito abbreviato

Sarà il rito abbreviato a stabilire le responsabilità di Massimo Adriatici, l’ex assessore leghista alla Sicurezza del Comune di Voghera, accusato dell’omicidio volontario di Younes El Boussettaoui. La decisione arriva a più di due anni dai fatti: la sera del 20 luglio 2021, un colpo di pistola esploso dall’ex amministratore pubblico uccise il 39enne in piazza Meardi.

Oggi, giovedì 23 ottobre 2025, il giudice Luigi Riganti del Tribunale di Pavia ha accolto la richiesta di rito alternativo avanzata dai legali di Adriatici e ha ammesso la documentazione presentata lo scorso 11 settembre. La prossima udienza è fissata per il 26 novembre 2025, quando parleranno il procuratore Fabio Napoleone e le parti civili, mentre il 16 dicembre 2025 sarà la volta dei difensori. La sentenza è attesa per il 30 gennaio 2026.

L’accusa

Le indagini, coordinate inizialmente dal pm Roberto Valli, hanno ricostruito una colluttazione davanti a un bar in piazza Meardi. Adriatici avrebbe ricevuto uno schiaffo da El Boussettaoui, senza fissa dimora e noto in zona, e avrebbe reagito sparando con la sua Beretta calibro 22, provocandone la morte. Per questo il magistrato aveva chiesto il rinvio a giudizio per eccesso colposo di legittima difesa.

Rinvio a giudizio per omicidio volontario

La giudice di primo grado Valentina Nevoso aveva però sollevato dubbi sulla versione dell’accusa. Le immagini di una telecamera mostravano Adriatici impegnato in quello che è stato definito “un servizio di ronda armata e di pedinamento” nei confronti della vittima, già segnalata in passato. Inoltre, i proiettili nella pistola erano a punta cava, tipici dell’uso in poligono e non per difesa personale, con un colpo già in canna.

A seguito di questa ricostruzione, Nevoso aveva rinviato gli atti in Procura. I nuovi magistrati, Stefano Civardi e Fabio Napoleone, hanno chiuso nuovamente le indagini, chiedendo questa volta il rinvio a giudizio per omicidio volontario.

Lo scorso 11 settembre, i legali di Adriatici avevano depositato documenti a difesa, tra cui la valutazione di un commissario di polizia sull’arma e testimonianze di conoscenti. Oggi il giudice Riganti ha accolto la documentazione e approvato il rito abbreviato senza opposizione da parte civile.