la denuncia di una piccola

Imprenditore condannato per violenza sessuale su quattro bambine: "Chiamatemi zio"

L’imputato è un cinquantasettenne che avrebbe abusato di quattro figlie di amici di famiglia

Imprenditore condannato per violenza sessuale su quattro bambine: "Chiamatemi zio"
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La Corte d’Assise di Pavia presieduta dalla giudice Elena Stoppini ha inflitto una condanna a dieci anni ad imprenditore edile, per violenza sessuale aggravata su quattro bambine. Disposto, inoltre, il risarcimento di 250mila euro alle vittime. La pm Giuliana Rizza aveva chiesto la condanna a quindici anni.

Imprenditore edile condannato per violenza sessuale su quattro bambine

L’imputato è un cinquantasettenne che, secondo le accuse, nel 2020 avrebbe abusato di quattro figlie di amici di famiglia, le quali all’epoca dei fatti avevano tutte età comprese tra i dieci e i dodici anni. Avrebbe molestato le bambine in occasione di eventi conviviali con scuse diverse come per esempio fare dei giochi insieme.

I genitori delle bambine lo conoscevano e si fidavano, era un amico e si faceva chiamare “zio“ dalle bambine. Gli abusi sarebbero avvenuti in una dimora di proprietà dell’uomo nel Legnanese: qui per esempio, secondo i capi d’imputazione, l’uomo avrebbe abusato una delle bambine mentre stava riposando, in quella stessa casa avrebbe portato anche un’altra vittima raggiunta con la scusa di andare a fare un acquisto.

La denuncia

Nel 2023, una delle bambine coinvolte aveva raccontato l’accaduto a una psicologa, che la stava seguendo in quanto la giovane aveva accusato alcuni disturbi. Durante la terapia era emersa infatti l’ipotesi che tali malesseri potessero avere alla base un trauma. Approfondendo la situazione, in seguito al racconto della giovane erano poi scattati gli accertamenti in quanto la bambina aveva spiegato che anche un’amica aveva subito quegli abusi: la seconda bambina ha confermato, nel corso di un incidente probatorio.

Sono poi state individuate altre due vittime, una di loro aveva smentito. L’iter giudiziario è proseguito con il rinvio a giudizio dell’uomo e in seguito con l’apertura del dibattimento in Corte d’Assise. Con la condanna si è chiuso il primo grado di giudizio: l’imputato e il suo difensore, una volta depositate le motivazioni della sentenza, potranno valutare il ricorso in Appello per affrontare il secondo grado.

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