Il delitto di Garlasco è il caso di cronaca più raccontato in TV, con oltre 8.800 ore di programmazione. Seguono Cogne e Avetrana, ma nessuno raggiunge i numeri del caso Poggi.
Garlasco: è il caso di cronaca più raccontato in TV
Secondo un’analisi di OmnicomMediaGroup realizzata per il quotidiano Libero, il caso di Chiara Poggi, uccisa nel 2007 a Garlasco, è quello che ha totalizzato più ore di presenza in TV: circa 8.800 ore, equivalenti a quasi 367 giorni di trasmissioni continuative. La riapertura delle indagini, avvenuta nel marzo di quest’anno, ha riportato la vicenda sotto i riflettori, rilanciando un interesse mediatico che non ha paragoni.
La classifica
Al secondo posto nella classifica figura il delitto di Cogne, che nel 2002 sconvolse l’Italia con l’uccisione del piccolo Samuele da parte della madre, Anna Maria Franzoni. Le ore dedicate al caso ammontano a 4.380, pari a circa sei mesi di programmazione, meno della metà di quelle di Garlasco. L’attenzione televisiva si è concentrata fra il 2002, anno in cui la Franzoni fu intervistata in esclusiva prima da “Studio Aperto” su Italia 1 poi al “Maurizio Costanzo Show” su Canale 5, il 2004, anno in cui fu condannata la prima volta e venne intervistata a “Porta a Porta” di Bruno Vespa, e il 2008, anno della condanna definitiva.
Terzo posto per il caso di Avetrana, l’omicidio della giovane Sarah Scazzi, scomparsa il 26 agosto 2010 e ritrovata senza vita poche settimane dopo. Il caso, seguito passo dopo passo dalle telecamere, raggiunse momenti di drammatica intensità quando, durante una diretta di “Chi l’ha visto?“, la madre di Sarah apprese la notizia del ritrovamento del corpo. In totale, la tragedia di Avetrana ha occupato 4.020 ore di palinsesto televisivo, con picchi d’interesse fino alla definitiva condanna all’ergastolo della cugina Sabrina e della zia Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri che divenne una sorta di star mediatica.
Gli altri casi più raccontati
Seguono al quarto posto il caso Yara Gambirasio, l’omicidio della 13enne nel bergamasco avvenuto nel 2010 per il quale è stato condannato all’ergastolo Massimo Bossetti, con 3.700 ore (poco più di 5 mesi), poi la strage di Erba del 2006 con 3.600 ore (quasi 5 mesi), la scomparsa della piccola Denise Pipitone avvenuta nel 2004 con 3.100 ore (poco più di 4 mesi), quello del Mostro di Firenze (2.700 ore, poco più di tre mesi e mezzo), ottava piazza per il delitto di via Poma con l’omicidio di Simonetta Cesaroni nel 1990 (2.500 ore, poco meno di tre mesi e mezzo), nono il caso Marta Russo del 1997 (2.150 ore, poco meno di tre mesi), chiude la top 10 la scomparsa di Emanuela Orlandi del 1983 con 2.000 ore (2 mesi e 23 giorni).
Il ruolo dei social e dello streaming
Secondo gli analisti di OmnicomMediaGroup, con l’avvento dei social network e delle piattaforme di streaming dei canali televisivi, alcuni delitti come Garlasco, Cogne, Avetrana e quello di Yara Gambirasio hanno vissuto un ulteriore spezzettamento delle visualizzazioni, recuperando video di trasmissioni o servizi di telegiornali andati in onda diversi anni prima.
A questo si aggiungono serie tv e documentari ispirati ai delitti più noti, come la recente produzione Netflix dedicata al Mostro di Firenze, che continua ad alimentare l’interesse collettivo verso la cronaca nera italiana.