Delicata operazione di chirurgia cardiopolmonare

Giovane 20enne affetto da grave ipertensione polmonare tromboembolica salvato al San Matteo

E' stato trasportato in urgenza dalla Romania al Policlinico con un volo sanitario atterrato a Milano Linate.

Giovane 20enne affetto da grave ipertensione polmonare tromboembolica salvato al San Matteo
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Importante intervento su giovane uomo affetto da grave ipertensione polmonare tromboembolica.

Giovane 20enne affetto da grave ipertensione polmonare tromboembolica salvato al San Matteo

A metà gennaio, un giovane uomo, poco più che ventenne, è stato trasportato in urgenza dalla Romania alla Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, uno dei maggiori Centri di riferimento europei per la cura dell’ipertensione polmonare cronica tromboembolica (IPCTE).

Il paziente, affetto da una gravissima forma di questa patologia, è arrivato con un volo sanitario atterrato a Milano Linate, dove ad attenderlo c’era un’ambulanza con a bordo il cardio-anestesista e rianimatore del San Matteo, Francesco Epis.

Le condizioni cliniche erano molto critiche, con un’insufficienza cardiaca e respiratoria, ed è stato subito sottoposto ad intervento di endoarteriectomia polmonare (EAP) bilaterale e di chiusura di un difetto interatriale cardiaco.

L'intervento

Si tratta di una delicata operazione di chirurgia cardiopolmonare che consiste nel liberare tutte le arterie polmonari dal materiale cronico tromboembolico che le ostruisce.

L’intervento è stato realizzato da Andrea Maria D’Armini, cardiochirurgo e responsabile della struttura semplice dipartimentale di Cardiochirurgia 2 – Centro Chirurgia dell’Ipertensione Polmonare, con un’equipe chirurgica composta da Cristian Monterosso, cardiochirurgo; Alessia Ruffini e Eraldo Kushta, medici in formazione specialistica; Barbara Rossini e Miriam Manera, cardioanestesisti; Alessio Biglia e Francesco Doronzo, tecnici perfusionisti; Massimo Bergonzi e Daniele Coluccia, strumentisti; Giuseppe Cartafalsa, Silvia Lovallo, Marco Macchione e Rosita Occhiuzzi, infermieri.

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Nonostante le condizioni del paziente, al suo arrivo, fossero particolarmente critiche e preoccupanti “l’immediato decorso post-operatorio non solo è stato regolare, ma molto al di sopra delle nostre aspettative - commenta il professor D’Armini –; gli esami di controllo post-intervento hanno rilevato pressioni polmonari ritornate a valori normali, così come la funzionalità cardiaca e respiratoria”.

Un cuore tornato normale

Il paziente, infatti, dopo alcuni giorni di ricovero in Anestesia e Terapia Intensiva Cardiotoracica è stato trasferito nel reparto di degenza, dove è rimasto fino alla dimissione.  All’inizio di febbraio, ventun giorni dopo il suo arrivo, è stato dimesso ed è tornato nel suo paese senza più bisogno di ossigeno-terapia e con un cuore tornato normale.

“Non è il primo paziente che ci viene mandato dall’Ospedale di Bucharest. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, da luglio 2020, sono sette le persone arrivate dalla Romania e operate di endoarteriectomia polmonare, tutte in condizioni molto critiche”, spiega Andrea Maria D’Armini, il quale sottolinea “siamo abituati ad intervenire su pazienti che presentano un quadro clinico particolarmente complesso. In molti casi questo è dovuto al lungo iter che porta alla diagnosi, non facile, di ipertensione polmonare cronica tromboembolica. Inoltre, in questi ultimi due anni, per molti si è aggiunta la paura di recarsi in Ospedale, arrivando alle cure mediche tardivamente e con quadri clinici gravi. Nonostante questo e le difficoltà dovute alla pandemia, nella seconda metà del 2021 siamo riusciti a recuperare la maggior parte dei pazienti in attesa di intervento, migliorando i già ottimi risultati raggiunti nel secondo semestre del 2019”.

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