Garlasco, un modellino in 3D per risolvere il mistero dell'uccisione di Chiara Poggi: ha provato a difendersi?
Rilievi laser, impronte e tracce di sangue: così le indagini tenteranno di capire cosa sia realmente accaduto la mattina del 13 agosto 2007

Una ricostruzione tridimensionale dell’abitazione di Chiara Poggi per tentare di risolvere uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi vent’anni. I carabinieri del Ris di Cagliari stanno lavorando a una nuova analisi della scena del crimine grazie a rilievi laser e alla Bloodstain Pattern Analysis. Obiettivo: valutare nuovi elementi, tra cui un’impronta sospetta e alcune incongruenze mai del tutto chiarite. Intanto il 17 giugno parte l’incidente probatorio con l’analisi di tracce biologiche e impronte digitali.
Modellino in 3D della scena del delitto
Una casa ricostruita nei minimi dettagli, scala dopo scala, impronta dopo impronta. A distanza di 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la scena del crimine torna al centro delle indagini grazie a una nuova tecnologia: una ricostruzione tridimensionale dell’abitazione di via Pascoli, a Garlasco, dove la giovane fu uccisa la mattina del 13 agosto 2007.
I carabinieri del Ris di Cagliari, armati di laser scanner e droni, hanno trascorso sette ore tra quelle mura per acquisire nuovi rilievi. L’obiettivo è uno solo: restituire una visione completa, dettagliata e aggiornata di quella mattina. Non solo per verificare vecchie ipotesi, ma anche per metterne alla prova di nuove. Perché, secondo la Procura di Pavia - malgrado la presenza accertata finora solo di un tipo d'impronta - sulla scena potrebbe esserci stato qualcun altro oltre ad Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere.
L’impronta 33
Tra le tracce che tornano sotto esame, c’è la cosiddetta “impronta 33”, una traccia dattiloscopica individuata sul muro accanto alle scale che portano alla cantina. Apparterrebbe (stando agli investigatori) ad Andrea Sempio, oggi 37 anni, amico di lunga data del fratello di Chiara, Marco, e indagato nella nuova inchiesta. Un dettaglio mai chiarito fino in fondo. La difesa di Sempio sostiene che quell’impronta non è compromettente: non è insanguinata e sarebbe compatibile con la frequentazione abituale dell’abitazione da parte del giovane. Ma la Procura vuole vederci chiaro.
Tentativo di difesa?
Non è solo l’impronta a non tornare. Già nel 2007, i carabinieri del Ris avevano segnalato due anomalie. La prima: tre piccole gocce di sangue rinvenute davanti al divano del soggiorno, apparentemente scollegate dal luogo e dal modo in cui Chiara fu aggredita e uccisa. Un dettaglio che potrebbe suggerire un’aggressione iniziale proprio lì, magari un pugno, forse un tentativo di difesa.
L'assassino scese le scale?
La seconda anomalia riguarda la posizione dell’assassino: scese effettivamente le scale che portano alla cantina, dove il corpo fu rinvenuto? Alcuni indizi fanno pensare che il killer abbia percorso almeno qualche gradino e potrebbe aver infierito su Chiara anche lì. Un’ulteriore traccia, mai attribuita, è stata individuata tra il terzo e il quarto gradino: sarà analizzata con nuove tecniche.
Lo studio degli schizzi di sangue
Per cercare di dare risposte definitive, gli inquirenti torneranno a utilizzare la Bloodstain Pattern Analysis (BPA), cioè lo studio degli schizzi di sangue per ricostruire la dinamica dell’aggressione. Le tracce ematiche, combinate con i rilievi odierni, saranno integrate nel modellino 3D della casa, così da fornire una mappa tridimensionale degli eventi.
Nella ricostruzione originaria, i Ris di Parma avevano individuato l’inizio dell’aggressione nel soggiorno, con Chiara colpita alla testa con un oggetto contundente mai ritrovato. Poi il corpo sarebbe stato trascinato fino al corridoio, vicino al telefono, colpito di nuovo e infine gettato sulle scale. Una dinamica compatibile con gli schizzi ma che lascia aperti dubbi. Come quello sull’assenza di impronte di Stasi nel sangue: secondo una perizia del 2014, sarebbe stato “impossibile non calpestare” almeno parte delle tracce ematiche durante la fuga.
L’incidente probatorio e le nuove analisi
Il prossimo passo è l’incidente probatorio, che inizierà ufficialmente il prossimo 17 giugno. I periti nominati dalla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, la genetista Denise Albani dell’Università Tor Vergata e l’esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani, raccoglieranno il materiale su cui condurre le analisi.
Al mattino si recheranno nella caserma dei Carabinieri di via Moscova, a Milano, per ritirare 35 fascette paradesive relative a 58 impronte rilevate sulla scena del crimine. Nel pomeriggio saranno invece all’istituto di medicina legale di Pavia per acquisire altri reperti: i tamponi effettuati su Chiara, un lembo insanguinato del tappetino del bagno, rifiuti trovati in casa, compresa una confezione di Fruttolo e cereali. Le analisi poi si svolgeranno in ambienti sterili dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
L’obiettivo delle nuove indagini è capire se qualcosa sia sfuggito, se un altro possibile responsabile sia stato sottovalutato, o se invece le prove raccolte nel tempo abbiano già detto tutto quello che potevano dire.