Garlasco, l'SMS della cugina Cappa a un amico: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi"
280 messaggi di Paola e Stefania Cappa finiscono negli atti delle nuove indagini della procura di Pavia, insieme a foto social e intercettazioni telefoniche

“Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”.
Questa una confessione via SMS di Paola Cappa nel contesto del delitto di Chiara Poggi. Nelle indagini di Pavia emergono ora 280 messaggi tra le gemelle Cappa, due foto pubblicate sui social e registrazioni di conversazioni con la nonna.
L'SMS di Paola Cappa
La Procura di Pavia, come è ormai noto, ha riaperto un’inchiesta in merito all'omicidio di Chiara Poggi che potrebbe ora portare nuovi sviluppi sul caso che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana. Ora, al vaglio degli inquirenti vi sarebbero anche una serie di messaggi, fotografie e contenuti social ritenuti rilevanti dagli inquirenti.
"Abbiamo incastrato Stasi"
E tra i 280 messaggi esaminati dagli inquirenti compare anche la frase:
“Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”.
A scriverla, secondo quanto riportato dal settimanale Giallo, sarebbe stata Paola Cappa, cugina della vittima e sorella gemella di Stefania.
Il messaggio, inviato tramite WhatsApp a un amico, risalirebbe a un periodo successivo all’inizio delle indagini contro Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara, condannato a 16 anni di carcere e recentemente ammesso al regime di semilibertà.
Cosa intendeva esattamente la ragazza con quell'sms è impossibile da stabilire con esattezza, senza conoscere il contesto. Resta il fatto che l'elemento non è stato finora giudicato rilevante.
Sui social
L’attenzione degli inquirenti si concentra anche su una fotografia pubblicata da Paola nel 2013 sui social: si tratta di piedi con calze a quadretti e, tra loro, un’impronta a pallini, simile a quella repertata nella villetta di via Pascoli. La foto è accompagnata dal messaggio “Buon compleanno sorellina”.
Quale significato per chi indaga avrebbe l'immagine, non è dato sapere.
Stesso discorso per una storia Instagram in cui compare un bambino tra biciclette, accanto alla scritta “Fruttolo”. Un dettaglio, in una pubblicazione di Stefania Cappa, che secondo gli inquirenti richiamerebbe il vasetto di yogurt ritrovato sulla scena del crimine?
Non è dato sapere, forse però un po' azzardato.
Vecchie intercettazioni, nuove interpretazioni
Nel fascicolo riaperto emergono anche intercettazioni risalenti al periodo immediatamente successivo al delitto.
In una telefonata con la nonna, Paola si lamenta del disagio provato nell’ospitare i genitori di Chiara, costretti a lasciare la propria abitazione perché sotto sequestro.
Una reazione comprensibile: ma gli investigatori ci vedono qualcos'altro?
Paola e Stefania Cappa sono figlie dell’avvocato Ermanno Cappa e di Mariarosa Poggi, sorella del padre di Chiara, Giuseppe.
Le due non sono mai state indagate, né risultano indagate nel nuovo filone investigativo.
All’epoca dei fatti, Paola era una studentessa della IULM con l’ambizione di diventare giornalista, mentre Stefania frequentava Giurisprudenza. Oggi, Paola si è reinventata come food blogger, Stefania invece esercita la professione di avvocato.
Il fotomontaggio
Le gemelle Cappa finirono sotto i riflettori della cronaca già nei primi mesi successivi al delitto, quando realizzarono un fotomontaggio in cui si ritraevano sorridenti accanto a Chiara.
L’immagine, posizionata davanti alla casa della cugina insieme a un messaggio d’addio, fu interpretata da molti come un gesto inquietante, e innescò accesi dibattiti nell'opinione pubblica.