Le impronte trovate nella villetta di Garlasco appartengono a Marco Poggi e a un carabiniere, confermando quanto già emerso nelle indagini passate sull’omicidio di Chiara Poggi. Restano invece ancora in corso le analisi del Dna sulle unghie della vittima.
Le impronte sulla porta della villetta e del garage
Le impronte rinvenute sulle porte del garage e dell’ingresso della villetta di via Pascoli a Garlasco, teatro dell’omicidio di Chiara Poggi il 13 agosto 2007, appartengono al fratello della vittima, Marco Poggi, e a un carabiniere intervenuto subito dopo il delitto.
Gli accertamenti hanno anche confermato la presenza delle impronte della stessa Chiara su alcuni oggetti domestici, tra cui un sacchetto trasparente di cereali e uno azzurro della spazzatura.
Le verifiche del perito
Il perito Giovanni Di Censo, nominato il 26 settembre scorso dalla gip Daniela Garlaschelli nell’ambito dell’incidente probatorio disposto nell’ambito della nuova indagine sulla vicenda, ha esaminato trenta fogli di acetato contenenti circa cinquanta impronte. Tra le impronte a cui non è mai stato dato un nome, due “frammenti palmari” sono stati ritenuti utili: uno appartiene al carabiniere, l’altro a Marco Poggi, amico di Andrea Sempio, oggi indagato.
I sacchetti di cereali e la spazzatura
Alcune delle tracce ritrovate sono visibili sulle pareti della villetta, in particolare sulle scale che conducono al piano seminterrato dove fu rinvenuto il corpo di Chiara. Per quanto riguarda invece, i sacchetti di cereali e della spazzatura, sempre per Di Censo le impronte sarebbero tutte riconducibili alla vittima: quattro sul sacchetto dei cereali e due più sfumate su quello della spazzatura.
Nessun nuovo scenario
Secondo Di Censo, i nuovi accertamenti non modificano lo scenario delineato dalle precedenti indagini e dalla sentenza passata in giudicato a carico di Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere.
Dunque, anche con questo accertamento peritale non sono emersi elementi a sostegno dell’ipotesi dei pm pavesi, che ipotizzano Andrea Sempio come autore del delitto, forse in concorso con altre persone. Mancano ancora gli esiti delle analisi del Dna sulle unghie della vittima, che potrebbero fornire ulteriori conferme o smentite.