CRONACA

Garlasco, l’analisi dei capelli trovati sul tappetino del bagno di casa Poggi

I reperti rinvenuti nel bagno di casa Poggi non hanno fornito alcuna traccia utile per ricostruire la dinamica dell’omicidio di Chiara Poggi

Garlasco, l’analisi dei capelli trovati sul tappetino del bagno di casa Poggi

I capelli rinvenuti nel bagno di casa Poggi non hanno fornito DNA utile, lasciando aperti dubbi sulla dinamica dell’omicidio di Chiara Poggi. Alcuni dettagli della scena del crimine restano ancora inspiegabili.

I capelli nel bagno di casa Poggi

I capelli ritrovati sulla scena del delitto di Garlasco, pur numerosi, restano senza nome. Lo ha confermato la perizia di Denise Albani, incaricata dal gip per l’incidente probatorio che si chiuderà il prossimo 18 dicembre. Ripassando tutti i reperti relativi alla morte di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007, la genetista ha analizzato nuovamente i tre capelli trovati sul tappetino del bagno, elementi che avrebbero potuto fornire indizi decisivi per le indagini, ma che invece non hanno rivelato alcuna informazione utile.

Le risultanze

Il 4 luglio scorso sono state analizzate le tracce 114436, 114437 e 114438, corrispondenti ai tre capelli rinvenuti sul tappetino del bagno. Secondo la sentenza definitiva, Alberto Stasi si sarebbe lavato le mani nel lavandino, lasciando impronte sul dispenser del sapone. Tuttavia, l’osservazione al microscopio elettronico ha evidenziato che i reperti non possedevano caratteristiche idonee per la ricerca di DNA nucleare umano e non sono stati sottoposti ad accertamenti biologici secondo il metodo interno accreditato.

Nonostante le indagini più recenti abbiano individuato altri capelli, tra cui uno lungo 3 centimetri trovato in un sacco della spazzatura, nessuno di questi reperti ha fornito informazioni utili.

I capelli sulla scena del crimine

Fin dalle prime indagini del RIS di Parma nel 2007, i capelli hanno avuto un ruolo centrale. In totale, 36 capelli furono catalogati sulla scena del crimine: 29 nella pozza di sangue e 7 tra le dita della vittima. Solo uno, dotato di bulbo, permise l’analisi del DNA nucleare, attribuito a Chiara Poggi. Altri 17 capelli hanno fornito DNA mitocondriale compatibile con la vittima.

Quattro dei capelli trovati nel lavandino del bagno furono tra gli elementi evidenziati dai carabinieri di Milano nel 2020, contribuendo alla riapertura del caso.

Secondo l’accusa e la Cassazione, Stasi si sarebbe lavato le mani dopo il delitto. I militari, tuttavia, si chiedono come sia possibile che lunghi capelli neri, diversi per colore da quelli di Stasi, non siano stati trascinati via dall’acqua. Allo stesso modo, se il lavandino era stato accuratamente pulito dalle tracce di sangue, perché non eliminare anche questi capelli?

Il mistero dei capelli nel bagno resta quindi irrisolto, confermando che anche dopo anni la scena del crimine conserva dettagli ancora inspiegabili.

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