Questa mattina il giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli deciderà se prolungare o meno l’incidente probatorio in corso nella riapertura delle indagini sul delitto di Garlasco.
Ma la notizia del giorno è il fatto che l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti sarebbe indagato per corruzione in atti giudiziari. (foto di copertina l’arrivo degli avvocati di Stasi Antonio De Rensis e Giada Bocellari).
L’ex pm Venditti indagato per corruzione
L’ipotesi investigativa è che Venditti abbia in qualche modo facilitato l’archiviazione di Andrea Sempio nel 2017 quando venne coinvolto per la prima volta nell’indagine sull’omicidio di Garlasco.
Al vaglio movimenti bancari e un appunto ritrovato nella casa dei genitori di Sempio.
Perquisizioni sono state effettuate anche nelle tre case di Venditti a Pavia, Genova e Campione d’Italia dove ora è il presidente del Casinò, ma anche nelle case di due funzionari di polizia oggi in pensione ma in attività nel 2017. Da verificare naturalmente se nel caso Venditti abbia agito per mero tornaconto personale o per coprire un eventuale coinvolgimento attivo di Sempio nel delitto.
Lovati: “Lo scoop di oggi fa ridere i polli”
Massimo Lovati, riguardo all’inchiesta ai danni del Procuratore Venditti, ha parlato questo pomeriggio a “la Vita in Diretta” su Rai Uno:
“Un duro colpo, questa inchiesta, per Sempio? Tutt’altro… una carezza che non ci fa nè caldo, nè freddo. Fa ridere i polli l’idea che la famiglia di Sempio si metta a corrompere per 30mila euro un magistrato che guadagna 40mila euro al mese. Che senso aveva comprare un’archiviazione che io avevo comunque già in tasca?”.
Questa mattina sono 9 le persone perquisite: fra loro, anche gli zii di Sempio, che avrebbero girato ai genitori dei soldi. La posizione dell’avvocato Lovati è che i movimenti bancari possano spiegarsi molto più semplicemente: la famiglia allargata avrebbe fatto fronte comune per aiutare i genitori di Sempio ad affrontare le spese legali.
E sulle intercettazioni dalle quali sembrerebbe che Andrea Sempio e suo padre Giuseppe sapessero già le domande che avrebbero fatto loro gli inquirenti:
“Gliel’avevo dette io le risposte, sono stati intercettati subito dopo essere usciti dal mio studio. Io mi ero letto tutte le carte, avevo già capito che non c’era nulla, in quella indagine, sapevo benissimo che domande potessero fare ad Andrea e l’ho preparato a dare tutte le risposte”.
Cosa succede oggi
In Procura, intanto, sono presenti legali e consulenti di Andrea Sempio, di Alberto Stasi e della famiglia Poggi: il gip ha convocato tutte le parti per decidere per il rinvio o meno dell’udienza finale di questo incidente probatorio, attualmente fissata per il 24 ottobre.
Le parole dell’avvocato De Rensis, legale di Stasi:
La richiesta di proroga è stata avanzata dalla genetista Denise Albani, perito incaricato dalla Procura, che chiedeva più tempo per completare la rianalisi del DNA sulle unghie della vittima Chiara Poggi, che resta ancora l’elemento più rilevante per ipotizzare un’incriminazione di Sempio.
Oggi si deciderà anche sul seguito delle indagini sulle 8 tracce dattiloscopiche trovate sul sacchetto dei cereali della colazione e sul sacchetto della spazzatura.
Le parole di Francesco Compagna, uno dei legali della famiglia Poggi:
Al momento l’inchiesta, che vede Andrea Sempio come unico indagato per concorso in omicidio, è in fase di stallo, fatta eccezione per quella che al momento resta un’indiscrezione emersa all’atto del deposito della relazione del Ris di Cagliari, ovvero che sulla scena del delitto vi fosse un solo assassino.
Vedremo se alla fine sarà confermata o meno, così come se saranno confermate altre indiscrezioni secondo cui anche dinamica e tempi dell’omicidio secondo i Ris non sarebbero esattamente come nella ricostruzione della sentenza definitiva che ha condannato Alberto Stasi.
Gli scenari
Rispetto al colpo di scena del giorno si aprono diversi scenari interpretativi. Innanzitutto non è affatto detto che questo nuovo filone d’indagine aperto presso la procura di Brescia, competente in materia di reati commessi da inquirenti, incida sull’inchiesta principale attualmente in corso il merito al delitto.
Tra le 2 ipotesi quella secondo cui il procuratore avrebbe intascato una mazzetta per velocizzare l’archiviazione di un indagato che riteneva comunque estraneo alla vicenda si colloca sicuramente su un piano diverso rispetto al fatto che un procuratore decida di insabbiare intenzionalmente la posizione di un possibile omicida.
D’altro canto viene da chiedersi, se è innocente, perché Sempio allora avrebbe deciso di sborsare diverse decine di migliaia di euro… Malgrado potrebbe averlo fatto semplicemente per tirarsi fuori da un pantano giudiziario dall’orizzonte incerto.