INDISCREZIONI

Garlasco: impronta, orma e tempi gli elementi che fanno stringere il cerchio attorno a Sempio

La novità più significativa: l'assassino avrebbe seguito Chiara Poggi, sferrando giù in cantina il colpo decisivo, per poi risalire e fermarsi, con la mano appoggiata al muro e un piede a terra, sporgendosi per dare un'ultima occhiata

Garlasco: impronta, orma e tempi gli elementi che fanno stringere il cerchio attorno a Sempio

Stiamo parlando sempre di indiscrezioni, eppure continuano a filtrare e via via si fanno sempre più solide, quelle sulla ricostruzione dei Ris di Cagliari circa la dinamica del delitto di Garlasco.

Garlasco: impronta, orma e tempi

Chiara Poggi

La prima era saltata fuori già in estate e prevedeva un solo attore sulla scena del delitto, niente complice o addirittura omicidio di gruppo.

Ma ora si aggiungono altri elementi: il più rilevante dice che Chiara Poggi sarebbe stata aggredita (ma non uccisa) al piano terra e poi scaraventata giù dalle scale che portano nella taverna della villetta di via Pascoli.

Tracce davanti alle scale

E qui la novità più significativa: l’assassino l’avrebbe seguita, sferrando giù in cantina il colpo decisivo, per poi risalire.

E fermarsi, con la mano appoggiata al muro, un piede a terra, sporgendosi per dare un’ultima occhiata.

La posa dell’assassino

Proprio quell’orma a terra potrebbe inchiodare Andrea Sempio insieme all’impronta 33: se è il segno di quella azione e se si attribuisce quell’impronta all’indagato, è automatico fare due più due.

Ma come accertarlo? I consulenti della procura Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli hanno già detto che è di Sempio, a certificarlo potrebbero essere ora le 300 pagine dei Ris di Cagliari (a fronte delle 19 della prima relazione dei colleghi di Parma) sulla Bloodstain pattern analysis, secretate e destinate ad essere rivelate a chiusura indagini, forse a fine febbraio l’origine sporca (di sangue) di quell’impronta.

Sopralluogo dei RIS a giugno

Ma a questo punto i movimenti sulla scena non bastano, devono risultare compatibili anche con le ferite sul corpo della vittima: per questo c’è grande attesa anche per la relazione finale dell’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo, soprattutto sulla successione dei colpi e su cosa li ha inferti.

Cristina Cattaneo

Non è ancora chiaro invece – altra indiscrezione – cosa “allunghi” i tempi del delitto oltre ai 18 minuti della sentenza definitiva che ha condannato Alberto Stasi, se la relazione dei Ris o quella della Cattaneo.

Insomma, finora avevamo vissuto l’incidente probatorio come un “pre-processo” e ora che si è chiuso permane una sensazione di insoddisfazione. E’ invece semplicemente una fase nuova, questa che porterà probabilmente (ne sono convinti i difensori dei Poggi) al processo vero e proprio contro Sempio.

Andrea Sempio a Porta a Porta

Parziali quanto si vuole, potenzialmente smontabili durante il dibattimento in aula, sì, eppure le prove cristallizzate nell’incidente probatorio sono solo un pezzo della narrazione: ora è il lavoro investigativo nel suo complesso a riprendersi la scena.

Con un ultimo elemento, lo ribadiamo, mancante all’appello, forse il più interessante: il movente che avrebbe spinto ad agire, 18 anni fa, l’unico indagato in questa nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, movente che gli inquirenti sono convinti d’aver individuato.

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