Garlasco, il mistero della macchia di sangue sulla cornetta del telefono
Nuove analisi su un dettaglio mai chiarito alimentano dubbi su una possibile seconda presenza sulla scena del delitto

Una macchia di sangue sotto la cornetta del telefono fisso nella casa di Chiara Poggi riapre i dubbi sull’omicidio di Garlasco. Nuove analisi e impronte mai tabellate suggeriscono la possibile presenza di più persone sulla scena del crimine, alimentando l’ipotesi di una dinamica più complessa e finora trascurata.
Garlasco, il mistero della cornetta
Un telefono fisso che non ha mai squillato, una macchia di sangue inspiegabile, impronte ignorate per anni. A quasi due decenni dall’omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta a Garlasco il 13 agosto 2007, emergono nuovi elementi che riaccendono l’attenzione su una delle inchieste più controverse della cronaca italiana.
La macchia di sangue
Il dettaglio riemerso è una macchia di sangue individuata sotto la cornetta del telefono fisso di casa Poggi, un apparecchio Sirio 187 Basic. Nonostante quel telefono non abbia effettuato alcuna chiamata il giorno del delitto, la presenza della traccia ematica ha sollevato nuovi interrogativi: chi ha sollevato, e poi riagganciato, la cornetta insanguinata?
A rendere ancora più anomala la circostanza è stato l'esperimento condotto dal consulente tecnico Enrico Manieri, che ha tentato più volte di ricreare quella stessa macchia sotto la cornetta, senza riuscirci.
“Una goccia di sangue non può raggiungere quel punto senza che qualcuno abbia sollevato il ricevitore”, ha spiegato Manieri in un’intervista rilasciata al programma Chi l’ha visto?.

Almeno due persone sulla scena del delitto
Secondo l’esperto, la configurazione delle impronte e la posizione della macchia suggerirebbero la presenza di almeno due persone nella stanza al momento del delitto. Un elemento che, se confermato, potrebbe ribaltare la lettura dell’intera dinamica e aprire alla possibilità di un complice o addirittura a una premeditazione più articolata.

La firma dell'assassino?
Quando l’assassino ha colpito Chiara Poggi la cornetta era alzata? L’unica certezza e che quando i carabinieri entrano nella villetta di Garlasco la cornetta è al suo posto, e non può essere stata Chiara, già colpita, a riagganciarla. Per questo l’impronta rilevata sul telefono è tornata al centro dell’inchiesta: è la firma dell’assassino che riattacca la cornetta?
Prima del numero minimo di minuzie
Un’impronta vista ma non considerata nel 2007 in quanto priva del numero minimo di minuzie che serve per identificare una persona. Per questo allora i carabinieri del Ris non la inseriscono neanche nella tabella della loro relazione finale. Solo nel 2025 i consulenti della Procura di Pavia ricontrollando tutti i file si accorgono di questa traccia e decidono di fare ulteriori analisi.
Chi avrebbe sollevato la cornetta e soprattutto perché’? E’ stata la stessa Chiara Poggi che voleva chiedere aiuto o voleva avvertire qualcuno? Non lo sappiamo.
Le impronte ignorate del 2007
Ma non si tratta solo della macchia sotto la cornetta. La procura di Pavia sta rivalutando anche alcune impronte repertate nel 2007 dai RIS ma mai tabellate ufficialmente nei verbali dell’incidente probatorio.
Tra queste anche la cosiddetta “impronta dello stipite”, un tracciato trovato sull’interno della porta d’ingresso della villetta. Pur priva di tracce di sangue, la sua posizione ha spinto gli inquirenti a verificarne l’origine e la possibile appartenenza all’assassino o a un eventuale complice.
Ancora più rilevante appare invece la “traccia 33”, un’impronta palmare rinvenuta sulla parete della scala, nei pressi del punto in cui venne ritrovato il corpo di Chiara Poggi. Inizialmente considerata inservibile per la mancanza di dettagli dattiloscopici, è stata recentemente riesaminata con tecniche avanzate, come l’uso della ninidrina e di uno scanner ottico ad alta definizione. Il risultato? Fino a 15 punti di corrispondenza con l’impronta palmare di Andrea Sempio, amico della vittima.
Il quadro che si delinea è quello di un’indagine che, forse troppo frettolosamente, aveva trascurato elementi fondamentali. La riemersione di questi dettagli tecnici potrebbe ora aprire nuovi scenari investigativi e rimettere in discussione alcune certezze consolidate.