Garlasco, il Dna che potrà essere prelevato a più persone e le quattro chiamate anonime sul cellulare di Chiara
Al centro delle indagini degli ultimi giorni altri prelievi di DNA, misteriose chiamate anonime e un possibile collegamento con un caso di ricatto a luci rosse

Omicidio di Garlasco, la Procura amplia l’indagine: nel mirino altri prelievi di DNA, misteriose chiamate anonime e un possibile collegamento con un caso di ricatto a luci rosse.
Omicidio Chiara Poggi, le indagini
La verità sull’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, sembra ancora lontana. A diciotto anni dal delitto, la Procura di Pavia come è ormai noto ha riaperto le indagini. E il cerchio delle persone coinvolte potrebbe allargarsi ulteriormente.
Più DNA da confrontare
Il giudice Daniela Garlaschelli ha autorizzato l’estensione del numero di soggetti ai quali potrà essere prelevato il DNA, offrendo così alle parti in causa la possibilità di richiedere nuovi confronti genetici. I campioni saranno raccolti in una clinica milanese.
Sono già previsti prelievi a carico delle cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa, e degli amici di Marco Poggi, ovvero Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, più Marco Panzarasa, amico sia di Stasi sia della vittima, inoltre il test sarà eseguito anche sul medico legale e alcuni investigatori dell’epoca.
Altri potrebbero essere aggiunti in base alle valutazioni di avvocati e consulenti.
Il 17 giugno 2025 è fissata una nuova udienza dell’incidente probatorio, ma intanto si stanno riesaminando atti e reperti vecchi di quasi due decenni.
Legame tra omicidio e inchiesta sul Santuario della Bozzola
Tra le novità, la Procura ha acquisito i documenti relativi a un’altra inchiesta: quella su un ricatto a sfondo sessuale ai danni dell’ex rettore del Santuario della Bozzola, che aveva portato alla condanna di Flavius Savu e Florin Tanasie, oggi irreperibili.
In carcere a Pavia c’è invece Cleu Stefanescu, nipote di Savu, condannato per omicidio in un altro caso. Sembra che sia stato proprio Stefanescu a consegnare ai suoi legali un memoriale in cui riferisce di un presunto legame tra il delitto di Chiara e l’inchiesta sul santuario.
Le quattro telefonate anonime
Un altro fronte aperto riguarda le comunicazioni telefoniche della mattina del delitto.
Quattro chiamate anonime risultano essere arrivate al cellulare di Chiara Poggi tra le 11.38 e le 13.30 del 13 agosto. Telefonate che si intrecciano con quelle del fidanzato Alberto Stasi, poi condannato in via definitiva a 16 anni di carcere.
Secondo le perizie tecniche, Chiara non risponde mai al telefono quella mattina, né a Stasi né alle misteriose chiamate.
Gli esperti avevano ipotizzato un possibile collegamento con un’agenzia di viaggi milanese, risultata però chiusa quel giorno.
L'interpretazione data dagli inquirenti nelle prime indagini era stata semplice: confrontando gli apparecchi delle persone potenzialmente coinvolte, l'attenzione si era concentrata sul telefono di casa Stasi, a quell'epoca impostato in modo che il ricevente vedesse un mittente privato. Da qui la deduzione che quei quattro tentativi (senza risposta) fossero stati fatti da Stasi: l'ultimo è alle 13.30, alle 13.31 viene registrato un nuovo tentativo dal cellulare di Stasi che non essendo in modalità privata, viene registrato.
Le chiamate di Andrea Sempio
Sotto la lente anche i contatti telefonici di Andrea Sempio, oggi indagato, con gli amici Roberto Freddi e Mattia Capra. Tra le 9.58 e le 12.18 di quella mattina, si registrano chiamate e SMS che non vennero mai menzionati nei verbali delle testimonianze dell’epoca. Gli inquirenti vogliono capire se quei messaggi e quelle telefonate siano compatibili con la dinamica temporale del delitto.
Resta il racconto di Alberto Stasi: le chiamate ignorate, l’arrivo alla casa di Chiara, la scoperta del cadavere sulle scale della cantina, la fuga e la chiamata ai soccorsi. Ma, accanto alla sua versione, ora la procura esplora nuovi scenari, nella convinzione che ci siano ancora dettagli nascosti.