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Garlasco, gli attrezzi rinvenuti nel canale a Tromello erano stati trovati sette anni fa da un muratore

Stava pulendo il canale dietro casa sua, ma soltanto vedendo gli inquirenti cercare ha collegato gli oggetti alle parole del super testimone

Garlasco, gli attrezzi rinvenuti nel canale a Tromello erano stati trovati sette anni fa da un muratore
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Secondo la testimonianza di Bruscagin, il giorno in cui Chiara è stata uccisa, la cugina Stefania girava a Tromello con un borsone. Poco dopo il rumore di alcuni oggetti gettati nell'acqua del canale. Il manovale abita vicino alla proprietà della famiglia Cappa.

Garlasco, gli attrezzi nel canale a Tromello

Non sono affiorati dal fango e dall'acqua del canale a Tromello durante il sopralluogo condotto dai carabinieri il 14 maggio 2025. Gli oggetti coinvolti nella nuova pista sul delitto di Garlasco — una pinza da caminetto, un’ascia spezzata e altri strumenti che potrebbero coincidere con l'arma usata per uccidere Chiara Poggi nel 2017 — erano stati trovati da un muratore egiziano già nel 2018.

L'uomo, che vive proprio sulla riva opposta rispetto alla proprietà dei Cappa, ha spiegato ai Carabinieri che sette anni fa, mentre ripuliva il canale dietro casa dall'immondizia, ha rinvenuto quegli attrezzi — gli stessi oggi sotto sequestro — e li ha conservati in nel suo piccolo magazzino usato come deposito.

Trovati sette anni fa da un muratore

Solo con il sopralluogo, avvertito da un operaio della presenza di giornalisti e inquirenti lungo il canale, ha collegato i fatti e ha contattato i Carabinieri di Gambolò per consegnare il materiale. Il sopralluogo era stato disposto in collegamento con la testimonianza resa da Gianni Bruscagin, noto come il super testimone.

Bruscagin ha raccontato un episodio riferitogli da una persona oggi deceduta. Secondo quel racconto, la mattina del 13 agosto 2007 quando Chiara è stata uccisa, la cugina Stefania Cappa è stata vista nei dintorni della casa di Tromello dove viveva la nonna con una borsa pesante.

Poco dopo, si sarebbe sentito un tonfo provenire dal canale, simile a quello provocato da un oggetto molto pesante gettato in acqua.

Il racconto del super testimone

Questa testimonianza — seppur di seconda mano — è stata ritenuta degna di verifica da parte della procura, che ha così autorizzato il sopralluogo. L’informazione che quegli oggetti fossero già stati ritrovati sette anni prima, e da una persona che non conosceva Bruscagin né era a conoscenza della sua testimonianza, rende la coincidenza piuttosto interessante.

Non tanto come prova definitiva, ma come riscontro esterno che potrebbe rafforzare la credibilità del racconto del super testimone. Gli accertamenti per valutare l’eventuale compatibilità degli attrezzi con le ferite riportate da Chiara Poggi verranno eseguiti, ma non sono considerati prioritari.

Il caso resta aperto. E mentre il puzzle viene ricomposto pezzo per pezzo, resta da capire se gli elementi sotto esame siano davvero collegati al delitto, o solo coincidenze suggestive.

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