INCIDENTE PROBATORIO

Garlasco, difesa Sempio smonta difesa Stasi: “Tracce di Sempio su due mani diverse? No usata stessa forbicina non sterilizzata”

Secondo l'avvocato Giada Bocellari non sarebbe una coincidenza, per il collega Liborio Cataliotti sarebbe invece spiegabilissima

Garlasco, difesa Sempio smonta difesa Stasi: “Tracce di Sempio su due mani diverse? No usata stessa forbicina non sterilizzata”

C’è un retroscena di peso, dopo la convulsa giornata di ieri sul delitto di Garlasco. A margine della chiusura dell’incidente probatorio in Tribunale a Pavia, giovedì 18 dicembre 2025, due in particolare le dichiarazioni d’interesse rese dagli avvocati di parte.

La “guerra” in particolare è fra la difesa di Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta a 18 anni dall’omicidio, e la difesa di Alberto Stasi, da 10 anni in carcere dopo esser stato condannato a 16 per lo stesso delitto.

Difesa Stasi: “Tracce di Sempio su due mani diverse”

Giada Bocellari, avvocato di Stasi ha sottolineato più volte un punto: dalle analisi sulle unghie della vittima emerge che non ci sono tracce di Stasi, l’unico non escluso è Sempio, perché vi sono compatibilità con il DNA della sua linea paterna su due mani differenti: “12 loci su 12” per l’unghia MDX5 e “10 loci su 10” per l’unghia MSX1.

“Quante possibilità che ci siano tracce su due mani differenti?”, dice Bocellari.

Come dire: il DNA analizzato sarà pur degradato, parziale, non univoco su una persona, ma se si ritrovano tracce della linea paterna di Sempio su due dita di due mani diverse, non può essere una coincidenza… è un significato investigativo il dettaglio ce l’ha, eccome.

Ecco le parole dell’avvocato Bocellari da noi raccolte ieri a Pavia:

 

“Le domande che ciascuna parte riteneva importante evidenziare, sappiano benissimo che sono due tracce di unghie di due mani diverse che hanno delle criticità come io ho sempre sostenuto ,come ho sempre detto, come abbiamo scritto in tutte le nostre relazioni per cui certamente sono state messe in evidenza come già nella perizia, è parziale perché non è un profilo dopodiché il risultato è quello che conoscete tutti da ormai qualche settimana. È stato preso in considerazione come analisi indipendenti, cioè come analisi singole, tre margini ungueali che sono MDX5 e MSX1 e MSX4. Su queste quindi facendo un giudizio di comparabilità quindi superando in questo senso la perizia del professor De Stefano che non li riteneva comparabili, sebbene le avesse poi comparati con quelli di Stasi, però nelle conclusioni era così, ritenendoli quindi preventivamente comparabili, cosa fa prima di tutto con una valutazione che lei oggi ha definito “occhiometrica” va a verificare i numeri dei marcatori ne basta uno diverso per poter escludere. E quindi esclude Stasi che è escluso per nove marcatori su 12. GiusePpe Poggi anche lui escluso per 9 su 12, l’unico che non risulta escluso da questa analisi sia su MDX5 sia su MSX1 e Andrea Sempio che non è escluso per 12 loci su 12 e per 10 loci su 10, due unghie di due mani differenti. Possono essere artefatti? Possono anche essere artefatti potenzialmente, ma quante probabilità poi ci sono in questo risponde poi la logica che gli stessi artefatti casualmente ci siano su due unghie di due mani diverse che due unghie che non sono mai venute in contatto tra di loro? Ma vi ripeto un conto è il dato scientifico, genetico dove la dottoressa Albani in maniera rigorosissima, come lei è rigorosissima, ha spiegato. Un conto è poi inserire questo dato scientifico nel contesto e fare andare la testa, fare andare la logica. Questo è un altro discorso. Per questo certamente con questo dato non è che Andrea Sempio può essere rinviato a giudizio solo sulla base di questo, ma credo che sia ovvio a tutti”.

Difesa Sempio: “Usata stessa forbicina non sterilizzata”

Ma la controparte ha già messo le mani avanti.

Secondo Liborio Cataliotti, difensore di Sempio, tracce dello stesso DNA su due unghie diverse sono spiegabilissime, perché sarebbe stata usata la stessa forbicina non sterilizzata per entrambi i margini ungueali. In sostanza l’avvocato smonta la coincidenza e la riferisce a un errore (non sarebbe l’unico…) fatto all’epoca durante le indagini.

Ecco le parole dell’avvocato Cataliotti da noi raccolte ieri a Pavia:

 

“Quando dico che la dottoressa Albani nella perizia dice non è ascrivibile all’uno o all’altro dito singolo della mano, mi è stato contestato. Si può dire che i reperti non si sa se fosse tutto dito della mano destra, il primo della mano sinistra, come forse parrebbe, ma quantomeno che fossero di due mani diverse. In realtà io ho detto pubblicamente che dubito anche questo, ma lo dubito perché ho attinto un dato extra processuale, perché non ho trovato il riscontro processuale di quello che dico, ma ho trovato più interviste di chi avendo assistito all’esame autoptico sulla salma della povera ragazza ha detto come vennero repertate da prima le mani e poi le unghie della ragazza. Sto dicendo che esistono prove documentali cioè interviste che dicono che vennero usate unghie delle forbicine non sterilizzate, motivo per il quale la non sterilizzazione che oggi le linee guida della genetica forense che noi produciamo impone come rigorosa. Io ho attinto, e avrei dovuto precisarlo, un dato che non è processuale ma è mediatico. Pare siano state usate le stesse forcine che evidentemente possono aver trasportato il DNA dall’una all’altra. C’è quindi un rischio di contaminazione che rende il reperto da unghie a unghie della testa mano, da mano a mano, questa però è un’affermazione che io ancoro a un’intanza mediatica, forse avrei dovuto precisarlo perché così non facendo o forse indotto un equivoco”.

In conclusione

Come dicevamo già nel racconto della giornata di ieri, l’incidente probatorio ha cristallizzato le prove scientifiche, ma quelle di per sé lasciano il tempo che trovano: vanno sempre inquadrate nel contesto investigativo.

E ora la parola ripassa alle indagini tradizionali, oltre al fatto che per completare il quadro bisogna tener conto anche della analisi dei Ris di Cagliari sulle tracce di sangue nella villetta di via Pascoli (la Blood pattern analysis eseguita a inizio giugno) e il lavoro dell’esperta forense Cristina Cattaneo che ha ri-vivisezionato daccapo tutte le prove raccolte sul caso.

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