Garlasco, consegnati i reperti ai consulenti in vista dell'incidente probatorio di martedì
I reperti e le impronte verranno analizzati scientificamente, al fine di “cristallizzare” gli elementi in vista di un eventuale processo a carico di Sempio

A quasi 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia riapre le indagini su Andrea Sempio. Al centro dell'inchiesta: impronte mai analizzate e reperti custoditi per anni tra Milano e Pavia
Garlasco, la nuova indagine
A quasi 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di via Pascoli a Garlasco, la giustizia torna a interrogarsi su cosa realmente avvenne quella mattina. La Procura di Pavia ha riaperto l’indagine, focalizzandosi su una figura rimasta finora ai margini del procedimento: Andrea Sempio, all’epoca dei fatti 19enne, amico del fratello della vittima.
I reperti da analizzare
Le attenzioni della magistratura si concentrano su prove materiali custodite per anni in scatoloni rimasti intatti tra il comando dei carabinieri di via Moscova a Milano e l’edificio dell’ex Medicina Legale dell’ospedale San Matteo di Pavia.
Gli scatolini sono stati consegnati ieri, 12 giugno 2025, ai nuovi consulenti nominati dalla Procura di Pavia, la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani. Al loro interno: 58 fascette adesive con cui erano state rilevate impronte nella casa dei Poggi e diversi reperti biologici in parte mai analizzati.
L'incidente probatorio
Il giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha disposto un incidente probatorio per analizzare scientificamente i reperti e le impronte, al fine di “cristallizzare” gli elementi in vista di un eventuale processo a carico di Sempio. Le operazioni inizieranno ufficialmente il prossimo 17 giugno 2025 presso il gabinetto scientifico del Fatebenefratelli di Milano, in un ambiente sterile. Le parti (tra cui l’ex comandante del Ris Luciano Garofano, il genetista Marzio Capra e l’avvocato Gian Luigi Tizzoni per la famiglia Poggi) assisteranno all'apertura dei reperti attraverso un vetro, per evitare qualsiasi contaminazione.
Le impronte chiave: la 33 e la 10
L’attenzione si concentra in particolare su due impronte. La numero 33, non insanguinata, è stata rinvenuta sulla parete della scala dove fu trovato il corpo di Chiara e attribuita ad Andrea Sempio, il cui DNA sarebbe stato anche rilevato sotto le unghie della vittima.
Ma resta ancora un mistero l’impronta numero 10, mai identificata, trovata sul lato interno della porta d’ingresso: potrebbe appartenere al killer con la mano sporca di sangue.
Nuove analisi genetiche
Tra i materiali sottoposti ad analisi vi sono anche un tappetino del bagno insanguinato, contenitori di yogurt e tè vuoti, oltre alla spazzatura della casa. Questi reperti saranno confrontati con i profili genetici non solo di Sempio e Alberto Stasi – fidanzato di Chiara e condannato in via definitiva a 16 anni, ma anche di altre persone: le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa, gli amici di Marco Poggi, ovvero Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, più Marco Panzarasa, amico sia di Stasi sia della vittima, e il medico legale e alcuni investigatori dell’epoca.
Verso una nuova verità?
L'analisi dei nuovi reperti che potrà protrarsi fino al prossimo 24 ottobre potrebbe aprire spiragli su scenari mai del tutto esplorati. Ma strada verso un'eventuale revisione processuale è ancora molto lunga.
Il servizio di Telecity Lombardia: