Due uomini di origine sudamericana, irregolari in Italia, sono stati fermati dalla Polizia di Stato per 17 furti e tentativi di furto in abitazioni lombarde, tra cui alcune in provincia di Pavia. La refurtiva recuperata sarà restituita ai legittimi proprietari.
Furti in abitazione
Anche la provincia di Pavia è finita nel mirino di una serie di furti in abitazione che ha interessato diverse zone della Lombardia. La Polizia di Stato di Como, coordinata dalla Procura di Como con il supporto della Procura di Lodi, ha fermato due uomini sospettati di essere responsabili di almeno 17 furti e tentativi di furto, tra cui anche colpi a Vigevano e Cilavegna, nel pavese.
Come riportato in un comunicato stampa, gli indagati, di origine sudamericana e irregolari sul territorio italiano, avevano preso di mira villette e case singole, spostandosi tra le province di Como, Milano, Varese, Bergamo e Pavia.
Il modus operandi
Le indagini hanno svelato un modus operandi consolidato: i sospetti partivano da uno dei loro covi a Cesate (MI) utilizzando auto a noleggio cambiate settimanalmente per non essere rintracciati. Dopo aver osservato attentamente le abitazioni, entravano solo se certi dell’assenza dei proprietari, forzando porte o finestre e portando via oggetti preziosi, denaro e beni di lusso.
Molti tentativi non andavano a buon fine, ostacolati da vicini, cani da guardia o sistemi d’allarme. Tuttavia, le indagini della Squadra Mobile di Como, partite da un furto a Mariano Comense, hanno permesso di risalire ai sospettati e ricostruire i loro spostamenti, anche in provincia di Pavia.
L’arresto
Lunedì 1 dicembre 2025 i due uomini sono stati fermati nel parcheggio del centro commerciale Scalo Milano di Locate Triulzi (MI), poco prima che lasciassero l’Italia. In seguito è stata perquisita una loro abitazione a Cesate, dove la polizia ha recuperato orologi di lusso, borse firmate e altri oggetti rubati.
La refurtiva (foto di copertina), una volta riconosciuta dai legittimi proprietari, sarà restituita. I due sospettati sono stati trasferiti al carcere di Lodi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa della conferma dei fermi.