TORRE DEL GALLO

Fumo e fiamme in carcere a Pavia, detenuto incendia la cella: tre intossicati

Sappe: "Tragedia sventata, ma fino a quando avremo questa fortuna?"

Fumo e fiamme in carcere a Pavia, detenuto incendia la cella: tre intossicati
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Nuovo allarme sicurezza in carcere a Pavia: detenuto incendia la cella, tre intossicati. Il Sappe lancia un accorato appello per maggiori risorse e attenzione: "Tragedia sventata, ma fino a quando avremo questa fortuna?"

Fumo e fiamme in carcere

Venerdì sera, 27 dicembre 2024, nel carcere di Torre del Gallo a Pavia, si è sfiorata l'ennesima tragedia. Un detenuto italiano di 30 anni ha dato fuoco ai mobili della propria cella, scatenando un incendio che in pochi minuti ha avvolto l’ambiente con una densa nube di fumo nero. L’episodio, che avrebbe potuto avere conseguenze fatali, è stato sventato grazie al tempestivo intervento degli agenti della Polizia Penitenziaria.

Tre intossicati

“È stato un gesto disperato e pericoloso, che ha messo a rischio la vita del detenuto stesso e di tutto il personale presente”, ha dichiarato Alfonso Greco, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE).

"Gli agenti, nonostante il pericolo, sono riusciti a domare le fiamme e a mantenere in sicurezza la situazione, ma il prezzo pagato è stato alto: due poliziotti e il detenuto sono rimasti intossicati e hanno dovuto ricorrere alle cure mediche. Fortunatamente, tutti sono stati dimessi dall'ospedale senza gravi conseguenze".

Emergenza carceri

Il SAPPE ha espresso forte preoccupazione per l’accaduto, sottolineando come questi episodi rappresentino solo la punta dell’iceberg di una situazione di grave emergenza nelle carceri italiane.

“Questa volta è andata bene, ma non possiamo sempre affidarci alla fortuna”, ha aggiunto Greco, che ha puntato il dito contro la carenza di personale sanitario, psicologico e psichiatrico all’interno degli istituti penitenziari.

Il sindacato ribadisce la necessità di nuove assunzioni e di concorsi regionali per colmare le lacune di organico.

“La mancanza di risorse adeguate aumenta il rischio di gesti estremi da parte dei detenuti, che spesso vivono in condizioni di profondo disagio psicologico e sociale”, ha spiegato Greco.

Sventati 250mila tentativi di suicidio

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha elogiato il coraggio e la professionalità dimostrati dagli agenti di Torre del Gallo.

“Questi uomini e donne si trovano quotidianamente a fronteggiare situazioni di emergenza, spesso salvando vite umane, come dimostrano i dati degli ultimi vent’anni: oltre 25mila tentativi di suicidio sventati e quasi 200mila atti di autolesionismo prevenuti”.

Capece ha sottolineato come dietro gesti come quello di venerdì si nascondano spesso condizioni di disagio psichico.

“Non possiamo ignorare il fatto che chi finisce in carcere porta con sé problematiche personali, sociali e familiari che richiedono interventi specifici e mirati.”

Il SAPPE ha anche auspicato che agli agenti coinvolti venga riconosciuta una ricompensa per il loro intervento, che ha evitato un bilancio ben più grave.

Appello alle istituzioni

Il sindacato non si limita alla denuncia ma lancia un appello accorato alle istituzioni:

“Serve un cambio di rotta urgente per prevenire tragedie e garantire condizioni di lavoro dignitose agli operatori penitenziari”.

La richiesta è chiara: investire in risorse umane e materiali per affrontare le problematiche strutturali che affliggono il sistema carcerario italiano.

L’episodio di Torre del Gallo è l’ennesimo campanello d’allarme che richiede una risposta immediata da parte dei vertici istituzionali, prima che la fortuna smetta di assistere gli eroi silenziosi della Polizia Penitenziaria.

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