Francesco Ancona non si suicidò: dopo 38 anni, moglie e presunto sicario indagati per omicidio
Il 48enne fu trovato senza vita in un campo nel 1987: la Procura ora indaga per omicidio

Dopo 38 anni, la Procura di Pavia ha riaperto il caso di Francesco Ancona, inizialmente archiviato come suicidio. Oggi si ipotizza un omicidio premeditato: indagati la vedova come mandante e un uomo di Vigevano come esecutore materiale. Riesumata la salma per una nuova autopsia.
Riaperto il caso di Francesco Ancona dopo 38 anni
Non fu suicidio, ma omicidio premeditato. A 38 anni dalla morte di Francesco Ancona, operaio edile di 48 anni trovato morto l’11 febbraio 1987 in un campo di sterpaglie lungo la strada provinciale 26, poco fuori Mortara, la Procura di Pavia ha deciso di riaprire il caso, ipotizzando un delitto architettato con cura. Secondo la nuova accusa, sarebbe stato avvelenato, colpito, bruciato e infine investito.
Il presunto suicidio
La sera del 10 febbraio 1987, la moglie dell’uomo ne denunciò la scomparsa ai carabinieri. Disse di averlo visto l’ultima volta a Vigevano: si sarebbero dovuti incontrare in stazione per prendere lo stesso treno, ma lui non si presentò. Il giorno dopo, il suo corpo venne trovato in aperta campagna, lungo una strada molto trafficata.
Fin da subito, la Procura di Vigevano classificò il caso come suicidio: secondo gli inquirenti, Francesco Ancona (disoccupato, malato e in crisi con la moglie) si sarebbe gettato sotto un camion in corsa. Ma già allora non mancavano i dubbi: il corpo presentava solo ferite alla testa, i vestiti erano intatti, e nessuno dei passanti aveva notato l’uomo nelle ore precedenti, nonostante il traffico intenso. L’autopsia non chiarì la causa del decesso. Malgrado tutto, l’indagine venne chiusa come gesto estremo.
Omicidio premeditato
Oggi, dopo quasi quattro decenni, la Procura di Pavia ha cambiato radicalmente rotta: si indaga per omicidio premeditato, con due persone formalmente indagate. A finire nel mirino sono la vedova Giovanna Navarra, oggi 75enne e residente in provincia di Trapani, accusata di essere la mandante, e Domenico Scarfò, 70enne di Vigevano, sospettato di essere il sicario assoldato.
Giovedì 31 luglio 205, la salma di Francesco Ancona è stata riesumata dal cimitero di Castellammare per permettere nuovi accertamenti. Nei prossimi giorni verrà eseguita una nuova autopsia. Il pubblico ministero ha già nominato tre consulenti: un medico legale, un tossicologo forense e un’antropologa forense.
Il presunto piano omicida
Secondo gli inquirenti, l’uomo sarebbe stato avvelenato per indebolirlo, poi colpito con un corpo contundente, cosparso di benzina e infine investito da una betoniera, il tutto con la complicità di terzi.
A chiedere giustizia, dopo tanti anni, sono i tre figli della vittima (Antonino, Maria e Giuseppa) che si sono costituiti parte offesa nel procedimento.