Istituita zona di protezione

Focolaio di influenza aviaria nel pavese: abbattute 4.500 anatre

È stato lo stesso all'allevatore ad accorgersi della morìa di anatre nella sua azienda e a segnalarla tempestivamente al Servizio veterinario di Ats.

Focolaio di influenza aviaria nel pavese: abbattute 4.500 anatre
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Non si ferma l’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità e cresce anche il numero dei focolai tra il  Veneto e la Lombardia. Ora un nuovo focolaio è stato scoperto anche in provincia di Pavia, esattamente ad Arena Po.

Allarme epidemia Aviaria

Giorno dopo giorno crescono i focolai di influenza aviaria in Italia. Numerosi sono i focolai in Veneto dove le province più colpite risultano essere quelle di Verona, Padova e Vicenza. Ma colpita dall'epidemia di influenza aviaria è anche la Lombardia, soprattutto nelle province di Mantova, Cremona e Brescia.

Ora, è emerso un nuovo focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) in un allevamento di anatre in provincia di Pavia, esattamente ad Arena Po. La segnalazione, che è avvenuta la scorsa settimana, ha portato all’immediato abbattimento di 4.500 capi. È stato proprio l'allevatore ad accorgersi della morìa di anatre nella sua azienda e a segnalarla tempestivamente al Servizio veterinario di Ats.

Come da protocollo per evitare la diffusione del virus, è stata istituita una zona di protezione in quattro comuni limitrofi all’allevamento interessato (Arena Po, Bosnasco, San Zenone, Spessa e Zerbo) e una di sorveglianza nell’arco di 10 chilometri.

Danni per 30 milioni di euro

Resta alta l’attenzione sul territorio lombardo, che conta 1.200 allevamenti e 15 milioni di capi allevati. Sino ad ora ammontano a circa 30 milioni di euro le perdite per i soli danni diretti negli allevamenti avicoli della Lombardia colpiti dall’influenza aviaria negli ultimi due mesi. È quanto emerge dalle prime stime diffuse dalla Coldiretti regionale nell’annunciare la disponibilità di diversi istituti bancari ad attivare sul territorio misure di sostegno al credito per le aziende in difficoltà.

Ai danni diretti dovuti agli abbattimenti – precisa la Coldiretti Lombardia – si devono poi sommare tutti quelli indiretti collegati alle limitazioni o blocchi delle attività, successivi all’estinzione del focolaio o imposti in via preventiva, il cui impatto è ancora in corso di valutazione da parte del ministero dell’Agricoltura. Tutto questo in un momento in cui – continua la Coldiretti – le aziende si trovano ad affrontare anche il boom dei costi di produzione a causa dei rincari energetici e delle materie prime.

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