Finge di avere foto hard di una 58enne e la ricatta per cancellarle, giovane pavese nei guai
Dopo essere stato processato in direttissima, ha patteggiato una pena di tre anni e quattro mesi
Consapevole del fatto che le immagini in questione non esistevano, la vittima non ha perso la calma e ha subito contattato le autorità decidendo di simulare un accordo con il ricattatore.
"Ci sono tue foto hard online, dammi 500 euro e le cancello"
Un sottile gioco di minacce e ricatti è stato svelato di recente nelle campagne tra Palestro e Vinzaglio, sul confine tra la provincia di Pavia e quelle di Novara e Vercelli. Un giovane di 32 anni residente a Confienza è stato infatti arrestato dalla Squadra Mobile di Vercelli per un caso di estorsione prontamente denunciato da una donna di 58 anni.
Secondo quanto emerso dalle indagini, tutto è iniziato quando l'uomo avrebbe contattato la vittima tramite email informandola dell'esistenza di immagini compromettenti di lei, a sfondo sessuale, in rete. Il ricatto era chiaro fin dall'inizio, per rimuovere queste presunte fotografie hot, la 58enne avrebbe dovuto dare al 32enne un compenso di cinquecento euro.
Il piano orchestrato dalla Polizia
Il colpo di scena? Le immagini in questione non sono mai esistite. La vittima non ha perso la calma e ha subito contattato le autorità decidendo di simulare un accordo con il ricattatore. Ha quindi accettato la richiesta del lomellino mettendo in atto un piano per farlo cadere nella rete della giustizia.
La signora ha seguito alla lettera le indicazioni del ricattatore preparando la somma di denaro e nascondendola strategicamente sotto una pietra nei pressi di un santuario isolato nelle campagne. Mentre il malvivente si avvicinava al luogo sperduto, si è trovato improvvisamente di fronte agli agenti della Polizia pronti a intervenire.
Il santuario isolato dove il 32enne aveva dato appuntamento alla donna:
Pena di tre anni e quattro mesi
Il 32enne è stato arrestato sul posto, colto in flagrante mentre tentava di perpetrare l'estorsione. Dopo essere stato processato in direttissima, ha patteggiato una pena di tre anni e quattro mesi e ha ottenuto il beneficio della sospensione condizionale da parte del giudice.
Questo ennesimo caso di tentata estorsione online solleva nuovamente il problema della sicurezza digitale e della vulnerabilità delle persone di fronte a minacce provenienti dal mondo virtuale. L'episodio mette in evidenza la necessità di un'educazione continua sulla consapevolezza e la protezione in rete.