Tre misure cautelari

Fanghi su terreni agricoli spacciati per fertilizzante: 8 indagati per inquinamento ambientale

Dai campionamenti è stata appurata anche la presenza di livelli di arsenico in concentrazioni molto alte. Disposto il sequestro preventivo di un impianto di trattamento rifiuti.

Fanghi su terreni agricoli spacciati per fertilizzante: 8 indagati per inquinamento ambientale
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Inquinamento ambientale doloso a carico di otto indagati in concorso per spandimento ingenti quantitativi di rifiuti in terreni agricoli in provincia di Pavia. Eseguita oggi, 2 dicembre 2021, un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali: 2 arresti domiciliari e un obbligo presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Disposto anche il sequestro preventivo di un impianto di trattamento rifiuti di una società pavese e relative quote societarie, con nomina di amministratore per effettuare un tentativo di riconversione. Eseguite Inoltre perquisizioni locali in provincia di Pavia, Como, Mantova e Sondrio.

Tre misure cautelari per inquinamento ambientale doloso

Nelle prime ore di questa mattina il Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di tre misure cautelari personali, nello specifico due arresti domiciliari ed un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Pavia dott. Luigi Riganti nei confronti di soggetti indagati  per inquinamento ambientale doloso commesso a partire dal mese di febbraio 2021 mediante reiterate condotte di spandimento di materiale asseritamente qualificato quale “ammendante”, utilizzabile come fertilizzante in agricoltura, ma in realtà risultato rifiuto a seguito delle attività investigative.

Ravvisata altresì la fattispecie delittuosa della concussione a carico di uno dei soggetti sottoposti agli arresti domiciliari, in quanto, utilizzando la qualifica di sindaco comunale, costringeva un pubblico ufficiale a non effettuare il controllo richiesto da altro Comune pavese su attività di spandimento di ammendanti su terreni agricoli, attività richiesta dalla cittadinanza all’esito dei forti miasmi percepiti.

Sequestro impianto di trattamento fanghi

Contemporaneamente all’esecuzione dell’ordinanza, il Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia ed i militari in forza ai Gruppi Carabinieri Forestale di Brescia, Como, Mantova, Milano, Lodi, Sondrio e Varese, hanno proceduto ad eseguire il decreto di sequestro preventivo dell’impianto di trattamento fanghi situato in provincia di Pavia e a perquisizioni domiciliari e locali, oltre che in società agricole della provincia di Pavia, anche presso impianti di depurazione acque con sede nelle province di Como, Mantova e Sondrio.

Le segnalazioni per molestie olfattive

Le attività investigative, dirette dal Sostituto Procuratore Dr. Andrea Zanoncelli e coordinate dal Procuratore Capo facente funzioni Dr. Mario Venditti, sono state avviate a seguito di numerose segnalazioni di abitanti in aree limitrofe ad un impianto di trattamento rifiuti sito in Provincia di Pavia per molestie olfattive.

Le indagini

I primi accertamenti svolti dall’Aliquota di Polizia Giudiziaria della Procura hanno evidenziato la necessità di operare diversi approfondimenti, anche alla luce di ulteriori anomalie riscontrate dalla Polizia Stradale di Pavia che. a seguito di alcuni controlli dei mezzi utilizzati per il trasporto del materiale prodotto nell’impianto interessato, hanno constatato evidenti discrepanze con quanto dichiarato nel DDT (documento di trasporto) dell’ammendante ovvero fertilizzante e lo stato di carico del rimorchio controllato.

Fertilizzante? No, rifiuto

Ne è seguita pertanto una fase di fitta attività investigativa della Sezione di Polizia Giudiziaria in collaborazione con il Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia, tramite attività tecniche di intercettazione, molteplici servizi di osservazione, pedinamento e controllo, nonché da numerosi campionamenti di materiale qualificato “ammendante” dalla ditta titolare dell’impianto e considerato invece “rifiuto” a seguito dei riscontri investigativi.

E' emerso infatti che la società titolare dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) al trattamento di rifiuti, in particolare fanghi da depurazione delle acque, non osservava il processo di trattamento previsto, immettendo materiale non adeguatamente maturato secondo i tempi richiesti.

Ulteriore determinante supporto alle indagini è stato fornito da ARPA Lombardia, Dipartimento di Lodi e Pavia, che mediante il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria ha messo a disposizione la propria competenza tecnica, collaborando e supportando continuativamente gli inquirenti, sia mediante attività di prelievo e campionamento, sia attraverso l’ispezione dello stabilimento oggetto di indagine.

A seguito dei campionamenti su vari terreni agricoli dove era stato effettuato lo spandimento del materiale oggetto di indagine, è stata appurata inoltre la presenza di livelli di arsenico in concentrazioni molto alte.

Le condotte criminose sono state pertanto interrotte con l’esecuzione del decreto di sequestro preventivo dell’impianto e dell’ordinanza cautelare a carico degli indagati che hanno rivestito ruoli di maggiore rilievo nella perpetrazione del delitto di inquinamento ambientale.

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