Bressana Bottarone

Enore Saccò ucciso e bruciato in casa, condanna a 16 anni per il barista

Omar Cosi, 35 anni, è stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario

Enore Saccò ucciso e bruciato in casa, condanna a 16 anni per il barista
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Si è conclusa lunedì mattina 9 dicembre 2024, presso il tribunale di Pavia, l’udienza preliminare sul caso dell’omicidio di Enore Saccò, il pensionato 75enne trovato carbonizzato nella sua abitazione di via Gramsci a Bressana Bottarone lo scorso febbraio. A dieci mesi dal crimine, il giudice Pietro Balduzzi ha emesso le prime sentenze, con una condanna, due patteggiamenti e un rinvio a giudizio.

Omicidio volontario

Omar Cosi, 35 anni, barista del paese, è stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Cosi avrebbe ucciso Saccò con un colpo di pistola durante una lite legata al pagamento dell’affitto dei locali del bar, di proprietà della vittima. La discussione, avvenuta la sera del 12 febbraio nella casa del pensionato, sarebbe degenerata dopo che Saccò aveva minacciato lo sfratto.

Condanna a 16 anni

Cosi ha scelto il rito abbreviato, ottenendo così uno sconto di pena. Il giudice lo ha condannato a 16 anni di reclusione, senza il riconoscimento di aggravanti. Il 35enne attualmente rimane in carcere.

L'incendio e l'occultamento di cadavere

Un ruolo chiave nella vicenda è stato attribuito a Souhail Nakbi, 25 anni, e Davide Del Bò, 40 anni, entrambi di Bressana. Nakbi, accusato di aver acquistato la benzina utilizzata per appiccare il fuoco alla casa della vittima, ha patteggiato una pena di tre anni. Del Bò, invece, dovrà affrontare un processo per le stesse accuse: secondo l’accusa, avrebbe guidato il furgone della vittima, poi ritrovato abbandonato sull’argine del Coppa. Il suo avvocato confida di dimostrare l’estraneità del suo assistito ai fatti nel corso del dibattimento.

L'abitazione di Enore Saccò andata a fuoco

Favoeggiamento

Un patteggiamento ha riguardato anche Antonio Berdicchia, 29 anni, condannato a un anno e dieci mesi per favoreggiamento. Secondo l’accusa, avrebbe nascosto i vestiti che Cosi indossava al momento dell’omicidio, trasportandoli in casa di terzi per farli lavare. Inoltre, avrebbe bruciato documenti appartenenti a Saccò, i cui resti sono stati rinvenuti in un locale sotterraneo dopo l’incendio.

La confessione

Cosi, inizialmente, aveva negato l’uso dell’arma da fuoco, dichiarando di aver colpito la vittima con un pugno durante la lite. Tuttavia, la sua confessione è arrivata dopo il ritrovamento di un’ogiva vicino al corpo e gli esiti dell’autopsia, che hanno confermato la presenza di fratture craniche compatibili con il foro di un proiettile.

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