E' stato il dentista del piano di sopra ad appiccare l'incendio alla palestra
Nel video si vede l'uomo appiccare il fuoco insieme alla sua compagna. Ha tentato poi di incendiare anche lo studio di pilates.
Ha del clamoroso quanto è stato messo alla luce dalle indagini dei carabinieri dopo l'incendio che ha interessato la palestra Fit Boutique di Buccinasco. Ad appiccare l'incendio, infatti, sarebbe stato il dentista del piano di sopra. Raccontano del clamoroso sviluppo nelle indagini i nostri colleghi di Giornale dei Navigli.
E' stato il dentista del piano di sopra ad appiccare l'incendio alla palestra
I carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Corsico, guidata dal maggiore Domenico La Padula e dal tenente Armando Laviola, e della Stazione di Buccinasco del luogotenente Vincenzo Vullo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gian Lauro Bianchi, dentista 66enne residente ad Assago, e di una donna sua complice 63enne, residente a Buccinasco, ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro, di due azioni incendiarie perpetrate nell'arco di un mese a Buccinasco.
L'incendio dello scorso maggio alla palestra “Fit Boutique”
Prima il devastante incendio appiccato la sera del 28 maggio scorso alla palestra “Fit Boutique” posta al pian terreno della palazzina di via degli Alpini 48/b e poi, il 27 giugno, il tentativo di incendio ai danni dello studio di pilates, situato al primo piano dello stesso condominio. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip del Tribunale di Milano (Stefania Donadeo) su richiesta della locale Procura della Repubblica (sostituto procuratore Marina Petruzzella) che hanno condiviso appieno gli elementi investigativi raccolti dai carabinieri.
Agli indagati sono stati contestati i delitti di incendio doloso aggravato (dai motivi abietti e dal danno di rilevante entità) e di attentato alla sicurezza di un impianto di gas. L’uomo, molto conosciuto a Buccinasco e ad Assago, svolge la professione di dentista all’interno dello studio ubicato all’interno dello stesso stabile coinvolto dagli eventi. Mentre la donna, per quanto accertato, è legata a lui da una relazione sentimentale.
Due gli episodi contestati
Il primo episodio contestato è relativo al grave incendio della palestra “Fit Boutique”. In quella circostanza, gli indagati, dopo avere oscurato l’obiettivo della telecamera di videosorveglianza della palestra, hanno introdotto all’interno dei locali una cospicua quantità di liquido infiammabile utilizzando una cannula inserita nella cavità di un tubo esterno del gas, provocando la deflagrazione con una lunga miccia a lenta combustione accuratamente posizionata. L’incendio ha provocato la distruzione dei locali della palestra con grave pericolo per la tenuta dell’intero stabile e per l’incolumità pubblica: al momento dell’incendio c’erano ancora passanti e avventori di un bar poco distante dal luogo, aperto al momento dei fatti.
Le attività di sopralluogo, eseguite con il supporto tecnico del Nucleo Investigativo Antincendio dei vigili del fuoco di Milano, hanno consentito inoltre di rilevare come lo sconsiderato utilizzo del condotto del gas, quale vettore di trasporto del liquido infiammabile dall’esterno verso l’interno, avrebbe certamente potuto causare danni importanti come il crollo delle strutture portanti qualora non vi fosse stato il tempestivo intervento dei pompieri. Le investigazioni, particolarmente rapide e condotte attraverso mirate attività tecniche e la meticolosa analisi dei sistemi di videosorveglianza anche del Comune, hanno permesso di attribuire agli indagati la grave e premeditata azione criminosa nonché di ipotizzare un movente di natura economica.
Il tentato incendio dello scorso 27 giugno
Il secondo episodio criminoso (27 giugno) è invece relativo al tentativo di incendio commesso ai danni della palestra di pilates sita al primo piano del medesimo stabile (posto accanto allo studio dentistico dell’indagato) di proprietà di una donna con cui l’indagato aveva avuto una relazione sentimentale.
Questa seconda volta, gli indagati, con modalità analoghe a quelle adottate in precedenza, hanno utilizzato una miccia di innesco costituita da un filo di lana e una abbondante quantità di liquido infiammabile tipo benzina, introdotta all’interno della palestra di pilates mediante una cannula inserita sotto la porta di ingresso. In questo caso, l’evento non si è verificato poiché le micce di innesco si sono spente sul nascere anche a causa dell’eccesso di silicone che i due indagati avevano applicato sulla base della porta, con l’intento di evitare che le eventuali fiamme potessero fuoriuscire sul pianerottolo condominiale.
Indagini serrate, anche con ausilio della videosorveglianza
Anche in relazione a questo episodio criminoso, le serrate indagini hanno permesso di evidenziare le responsabilità di entrambi gli indagati, ripresi nitidamente dalle telecamere di videosorveglianza della zona, nell’atto di accedere all’interno dello stabile e uscirne al termine dell’azione delittuosa. Inoltre, l’acquisizione delle immagini di videosorveglianza dei distributori di carburante della zona, ha permesso di accertare che già nella mattinata del 25 giugno la donna si era recata presso una stazione di servizio di Milano, al confine con Buccinasco, per riempire di benzina una tanica.
Un tentativo, già peraltro più volte palesato dagli indagati nel corso delle indagini, di sviare le investigazioni e dissipare ogni eventuale sospetto. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, si è inoltre provveduto a eseguire il sequestro dello studio dentistico di proprietà dell’indagato, al fine di ricercare eventuali sostanze utilizzate nel corso degli eventi incendiari in questione. Gli arrestati sono stati portati nel carcere di San Vittore.