Detenuto si toglie la vita a Vigevano, è il 74° suicidio in carcere nel 2024
Si è impiccato all'interno della sua cella
Detenuto 40enne si toglie la vita impiccandosi nella sua cella a Vigevano: è il 74° suicidio nel 2024 all'interno delle carceri italiane.
Detenuto suicida a Vigevano
Un uomo di origine magrebina, di circa 40 anni, ha scelto di porre fine alla propria vita ieri sera, impiccandosi nella sua cella presso la Casa di Reclusione di Vigevano. Con questo episodio, sale a 74 il numero di detenuti che si sono suicidati dall’inizio dell’anno, a cui si aggiungono 7 agenti della Polizia penitenziaria che hanno anch'essi deciso di togliersi la vita. Una situazione allarmante e senza precedenti che, secondo Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, richiede un intervento immediato e concreto da parte della politica.
Sovraffollamento
De Fazio sottolinea le drammatiche condizioni all'interno della Casa di Reclusione di Vigevano, dove attualmente si trovano 360 detenuti a fronte di soli 218 posti disponibili. Inoltre, le unità di Polizia penitenziaria assegnate, pari a 240, non soddisfano il fabbisogno minimo di 315 agenti. Questo scenario si riflette a livello nazionale, dove si stima che oltre 15mila detenuti siano in sovraffollamento e manchino più di 18mila unità nel corpo della Polizia penitenziaria.
Potenziare gli organici
Mentre il numero di decessi continua a crescere e le sofferenze all'interno delle carceri si intensificano, il Governo sembra concentrarsi su iniziative come la creazione di nuovi Provveditorati regionali, in Umbria e Abruzzo-Molise, che sono semplici ripristini di strutture già esistenti. Questi provvedimenti, pur essendo positivi, non affrontano le problematiche fondamentali. Infatti, potrebbero persino aggravare la situazione, drenando risorse umane senza fornire il supporto necessario agli oltre 25mila agenti che operano in condizioni estreme.
“È essenziale adottare misure concrete per ridurre la densità detentiva, potenziare realmente gli organici della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, garantire un'adeguata assistenza sanitaria e riorganizzare completamente il sistema carcerario”, afferma De Fazio, evidenziando la necessità di un cambiamento profondo e urgente per affrontare questa crisi.