Delitto Garlasco, Andrea Sempio a "Chi l'ha visto?": "Sono innocente"
Il 37 anni, è costretto a difendersi per la seconda volta dalla stessa accusa: aver ucciso Chiara Poggi

Vorrebbe solo tornare alla sua vita ordinaria: il bilocale in affitto a Voghera, il lavoro da commesso in un negozio di telefonia in un centro commerciale, le rare serate con gli amici di sempre. Ma invece Andrea Sempio, 37 anni, è costretto a difendersi per la seconda volta dalla stessa accusa: aver ucciso Chiara Poggi.
Andrea Sempio, perchè è indagato
Diciotto anni dopo il delitto, dieci anni dopo la condanna definitiva del fidanzato Alberto Stasi, la Procura di Pavia dice di aver raccolto nuovi elementi a suo carico. Si parla di nuovo del Dna sulle unghie di Chiara, le telefonate a casa Poggi e poi i suoi spostamenti di quel giorno, quel tragico 13 agosto 2007. Nella puntata di ieri sera di "Chi l'ha visto?" ha dichiarato la sua innocenza: "Sono tranquillo".
Il Dna
Che sulle unghie di Chiara Poggi sia stata rilevato del materiale biologico non è una novità. Il punto è che il perito che estrasse il Dna nel 2014 arrivò alle conclusioni che fosse degradato e inutilizzabile. Oggi la Procura di Pavia ritiene che quel Dna non sia solo leggibile ma che possa anche essere comparato con quello di Sempio.
Per questo motivo è stato iscritto nel registro degli indagati e invitato a sottoporsi al tampone orale. Una comparazione era già stata fatta. Nel 2016 gli avvocati di Stasi fecero pedinare Sempio da un investigatore privato che prelevò materiale biologico da un cucchiaino e da una tazzina di caffè. Il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi concluse il consulente è compatibile con quello di Andrea Sempio.
“Una delle cose che mi ha lasciato un po’ più scioccato è stato il fatto che avevo una persona che mi ha seguito per un tot di tempo, che sono riusciti a prendere gli oggetti che io avevo toccato trovando lì il mio Dna”, disse Andrea Sempio in un’intervista al Tg1 del 2017.

Tutti elementi già valutati nella prima inchiesta a carico di Sempio nel 2017:
“E’ assolutamente plausibile", si legge nel decreto di archiviazione, 2che irrilevanti quantità di materiale genetico riconducibile ad Andrea Sempio si siano depositate sulle unghie di Chiara Poggi. Quel Dna dunque non sarebbe né un indizio né una prova”, scrive il giudice.
“Non so dove vogliano andare a parare”, dice Massimo Lovati, legale difensivo di Andrea Sempio. “Non si può confrontare un Dna appena estrapolato con una perizia di 18 anni fa”.

Il fratello di Chiara, Marco, ha sempre confermato la versione dell’amico:
“Quando Andrea veniva da me passavamo il tempo a giocare ai videogiochi, nella saletta giù o sul computer che era in camera di Chiara”.
Oggi gli investigatori ritengono che il Dna non sia arrivato sulle unghie di Chiara tramite un oggetto, ma derivi da un contatto diretto tra Sempio e la Poggi.
Le unghie sono ormai distrutte ma i carabinieri di Milano hanno trovato altre impronte fotografate nella villetta di Garlasco: sulla parte interna della porta d’ingresso, sulla parete delle scale in fondo alle quali è stato trovato il corpo e sul dispenser del sapone liquido appoggiato sul lavandino del bagno.
“Non è stato pulito accuratamente dall’assassino” scrivono gli investigatori smentendo la sentenza di secondo grado. Infatti sul portasapone sono stati rilevati anche il Dna della vittima e di sua madre e diverse altre impronte. Solo due sono riconducibili ad Alberto Stasi. Le altre di chi sono? Esiste un ignoto 2?
Nel lavandino inoltre sono stati fotografati quattro capelli neri e lunghi. All’epoca Sempio portava i capelli lunghi. In ogni caso i reperti non sono stati mai analizzati e ora sono definitivamente persi. A chi appartengono? Certo non a Stasi. Anche se, Alberto Stasi, è bene ricordare, è stato condannato in via definitiva per altri corposi elementi di prova.

Le telefonate
Agli atti della nuova inchiesta ci sono anche tre chiamate fatte da Sempio al telefono fisso di casa Poggi tra il 7 e l’8 agosto 2007. Il suo amico Marco è partito per il Trentino il 5: perché Sempio chiama casa Poggi? Voleva parlare con Chiara? Si era forse invaghito della sorella dell’amico si chiedono gli investigatori?
L’avvocato Massimo Lovati riferisce che tra Andrea e Chiara non c’era nessun rapporto: “Era la sorella del suo migliore amico”. E in merito alle chiamate dice:
“Andrea Sempio non è vero che non sapeva che Marco era in vacanza. Non sapeva se c’era o non c’era”.
La prima chiamata è del 7 agosto alle 17,42. Andrea chiama dal cellulare, la conversazione dura appena 2 secondi.
Otto minuti dopo richiama dal suo telefono di casa, risponde Chiara e stavolta parlano per 8 secondi. E’lo stesso Sempio sentito dai Carabinieri un anno dopo il delitto a fornire una spiegazione: “avendo memorizzato sulla rubrica del mio cellulare Poggi Casa e Poggi Cell erroneamente ho azionato la chiamata sull’utenza fissa e non su quella mobile di Marco. Non ricordo se qualcuno rispose alla chiamata. Subito dopo ho provato a contattare Marco sul cellulare ma ricordo che lo stesso non era raggiungibile. Dopo alcuni tentativi giunto presso la mia abitazione decisi di chiamarlo dall’utenza fissa da casa e mi rispose una voce femminile. La mia telefonata ricordo che fu: C’è Marco? No, non c’è, è via”.
Il giorno dopo Sempio chiama ancora casa Poggi alle 16,54 e parla con Chiara per 21 secondi.

Ci sono poi altri due elementi che lo scagionerebbero: la bici che usava nel 2007 era rossa, quella dell’assassino era nera. E poi il suo numero di scarpe è il 44, l’assassino calzava un 42. Ma anche su questo potrebbe essere disposta una nuova perizia nei prossimi giorni.
L’alibi
Il 13 agosto del 2007 Chiara viene uccisa tra le 9.12 e le 9.35 di mattina, secondo la sentenza definitiva. Dove si trovava Sempio? Nel suo appartamento di via Rossini a Garlasco, con il padre. Un chilometro e mezzo dal luogo del delitto. Vuole comprare un libro e all’arrivo della madre in giro con l’unica macchina della famiglia, prende la vettura e guida fino alla Feltrinelli di Vigevano. Sono 17 chilometri di distanza.
Alle 9,58 il suo telefono aggancia la cella di Garlasco. Avrebbe fatto in tempo ad arrivare in piazza Sant’Ambrogio a Vigevano dove ha parcheggiato alle 10.18? Come confermato dallo scontrino del parcheggio meticolosamente conservato. A una media di 68 chilometri orari bastano 15 minuti per percorrere quei 17 chilometri.
Quanto raccontato da Sempio è quindi plausibile. Sempio spiega di aver trovato la libreria chiusa, di aver fatto un giro per piazza Ducale per poi tornare a Garlasco dalla nonna dove il suo telefono aggancia la cella alle 11.10 non aggancia mai alcuna cella a Vigevano. Perchè? La risposta fornita dagli investigatori nel 2017 è che in quell’ora abbondante Andrea non effettua né riceve chiamate. La ricostruzione di Sempio scrive il Gip che ha archiviato la sua posizione otto anni fa risulta pienamente attendibile. Eppure oggi è proprio quello scontrino a suscitare l’interesse degli investigatori. Perchè conservarlo per un anno visto che nel 2008 nessuno sospettava di lui? E’ stata la madre a decidere di conservarlo spiega Sempio nove anni dopo:
“Quello scontrino è stato trovato da mio padre o da mia madre sulla macchina qualche giorno dopo il fatto. Mia madre ha detto “per sicurezza teniamolo”.
Rileggendo le intercettazioni già vagliate dai magistrati nel 2017 i carabinieri si soffermano su una conversazione in particolare. 10 febbraio, Sempio è in macchina con il padre:
“Ne abbiamo cannata una, dice Andrea, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, invece tu hai detto che lo abbiamo ritrovato prima”. E il padre risponde: “Vabbè non cambia nulla”.
“Dalle intercettazioni” si legge nella richiesta di archiviazione del PM: “Non emerge alcun indizio che sia stata concordata una versione unanime”. Come è possibile che oggi quelle stesse conversazioni diventino una prova a carico di Sempio?
Parte offesa
I genitori e il fratello di Chiara Poggi si sono costituiti "in questo nuovo procedimento" come "persone offese dal reato, nella convinzione che la precisa conoscenza di tutti i dati probatori emersi nel processo che ha portato alla definitiva condanna di Alberto Stasi per il delitto da egli commesso il 13 agosto 2007 possa risultare decisiva per una tempestiva definizione della posizione di Andrea Sempio", a scriverlo sono i legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna.