Delitto di Garlasco: il Dna di Sempio su Chiara Poggi va confrontato con altri elementi, ci vorrà un mese
I nuovi esami genetici richiedono tempo anche a causa della distruzione di alcuni reperti, come il pigiama indossato dalla vittima quando è stata uccisa

Il materiale genetico potrebbe essere stato trasferito alla vittima tramite la tastiera del computer che Marco Poggi e i suoi amici utilizzavano per giocare. Le nuove indagini puntano a verificare se questa ricostruzione regga ancora.
Nuovi esami sul Dna di Andrea Sempio
A distanza di quasi 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco è tornato sotto i riflettori con nuove indagini che puntano a chiarire uno degli aspetti più controversi: il possibile coinvolgimento di Andrea Sempio. La Procura di Pavia ha deciso di riesaminare il Dna del 37enne.

Il materiale genetico verrà messo a confronto anche con altri campioni isolati dai RIS nel 2007. Ma per farlo ci vorrà un mese. Sempio, migliore amico del fratello minore della vittima, era già stato menzionato nel corso delle indagini, ma la sua posizione era stata archiviata.
Alcuni reperti del delitto Poggi sono distrutti
La famiglia di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni, ha a lungo sostenuto che il vero colpevole potesse essere un altro, indicando proprio Sempio come possibile alternativa. Oggi, nuovi elementi sembrano aver convinto gli inquirenti a tornare su questa pista.
C'è quindi grande attesa per l'esito degli esami genetici, che verranno completati in un mese e mirano a verificare se il Dna di Sempio possa combaciare con altre tracce rilevate nella villetta di via Pascoli. Questo passaggio risulta particolarmente delicato anche a causa della distruzione di alcuni reperti avvenuta nel 2022.
Tra questi anche il pigiama che Chiara indossava al momento del delitto. Uno smaltimento previsto dalla prassi giudiziaria nei casi con sentenza definitiva, ma che ora rappresenta un ostacolo per le nuove verifiche.

Omicidio in concorso con Alberto Stasi?
Secondo la nuova inchiesta, Sempio potrebbe essere indagato per omicidio in concorso con Alberto Stasi o con soggetti ancora non identificati. Tuttavia, il 37enne ha ribadito tramite i suoi legali la propria estraneità ai fatti. Anche Stasi, condannato in via definitiva e in carcere dal 2015, ha sempre proclamato la propria innocenza.

Gli investigatori stanno riesaminando tutti gli elementi della complessa vicenda, con particolare attenzione alla compatibilità delle tracce biologiche. In passato, il Dna sotto le unghie della vittima era stato giudicato poco leggibile, ma recenti analisi avrebbero ribaltato questa valutazione.
I dubbi sulle tracce sotto le unghie
Un altro aspetto chiave riguarda la possibilità che il Dna di Sempio sia finito sulle mani di Chiara Poggi in modo indiretto. Secondo le ipotesi avanzate nel 2017, il materiale genetico potrebbe essere stato trasferito tramite la tastiera del computer che Marco Poggi e i suoi amici utilizzavano per giocare.
Le nuove indagini puntano a verificare se questa ricostruzione regga ancora. Secondo una perizia del Tribunale di Vigevano del 2009, il pc di Chiara sarebbe stato spento dal 10 agosto, tre giorni prima del delitto. Inoltre, Marco Poggi era partito per il Trentino il 5 agosto, quindi Sempio potrebbe aver frequentato la casa solo fino al 4 agosto, nove giorni prima dell’omicidio.
Resta dunque il dubbio: è plausibile che il Dna sia rimasto sulle mani della vittima per tre giorni senza essere rimosso? L’inchiesta, ora focalizzata su nuovi esami e possibili testimonianze, si muove a ritroso per cercare di colmare le lacune della verità giudiziaria.
Ma andiamo! Come si può pensare che la povera Chiara non si sia lavata le mani per 3 giorni, o addirittura per 9 giorni? Perfino la Bruzzone, colpevolista della prima ora, sta facendo marcia indietro. Anche perché se non si fosse lavata avrebbe dovuto avere anche il DNA di Alberto che era stato da lei la sera prima. Un'altra cosa mi piace poco, la contrattazione del denaro per il danno subito fatta dai Poggi, che avocano il diritto di avere 700.000 euro da Alberto.