Dalle due ruote alle manette: arrestato basista cicloamatore
Stefano Sozio, immobiliarista 38enne di Casteggio, è finito in carcere con l’accusa di aver ordinato oltre 150 furti e rapine in Oltrepò Pavese.
Arrestato basista cicloamatore: considerato il “regista” di una banda di 23 rapinatori.
Arrestato basista
Molteplici le attività di Stefano Sozio, 38 anni di Casteggio: immobiliarista, titolare di un “compro oro”, ex pilota di motociclismo nella categoria “Superstock”, ciclista amatoriale, ma soprattutto basista di un agguerrito gruppo di malviventi che ha messo a segno oltre 150 colpi, tra furti e rapine. Ma l’indagine dei carabinieri di Pavia ha messo fine alla sua attività illegale e a quella di una banda di ladri professionisti, quasi tutti stranieri dell’Est.
Banda di 23 persone
Ventitré le persone finite in manette, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, rapina, furto, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi. I furti venivano commessi soprattutto nel Pavese, ma anche nelle province di Monza e Brianza, Piacenza, Brescia, Cuneo e Reggio Emilia. Conoscendo bene il territorio pavese, Stefano Sozio, individuava personalmente case, negozi, ditte e box da svaligiare. Poi passava le “dritte” alla sua banda di albanesi, moldavi e rumeni che così andavano a colpo sicuro, certi di portare a casa una refurtiva consistente.
Indagine partita nel 2017
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Valentina De Stefano di Pavia sotto la guida del procuratore capo Giorgio Reposo, è stata avviata nel febbraio 2017, dopo il boom di rapine e furti messi a segno in tutto l’Oltrepo Pavese. I rapinatori dell’Est agivano in tre gruppi distinti: uno formato da soggetti di nazionalità albanese residenti a Stradella, uno da rumeni e moldavi di San Damiano al Colle, e uno di moldavi e kosovari che vivevano nel piacentino. Ognuno con il suo preciso compito: chi commetteva rapine, chi furti in appartamento o aziende.
Segnalato per doping
Stefano Sozio era senza precedenti anche se era stato «segnalato» dagli stessi carabinieri di Pavia nel corso di un’indagine del 2015 sull’utilizzo, da parte di numerosi ciclisti dell’Oltrepo, di sostanze anabolizzanti. Allora era rimasto fuori dall’inchiesta, essendosi limitato all’acquisto dei medicinali e non alla loro vendita.