Non solo Garlasco. Ormai l’attenzione mediatica si sta quasi equamente dividendo fra la nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi e il cosiddetto “Sistema Pavia“, con al centro la figura dell’ex procuratore Mario Venditti.
E non potrebbe essere altrimenti, dato che il quadro fin qui solo abbozzato reca contorni apparentemente inquietanti: ipotizza una vasta rete di corruzione, andando da magistrati indagati con l’ipotesi di esser stati “comprati” (per poi giocare ai cavalli o comprare auto nuove), fino al velo d’omertà fra carabinieri manovrati – secondo le accuse – dai loro superiori per andare a bucare le gomme di ex compagne, o passando ancora per funzionari di Polizia giudiziaria che omettono parti di intercettazioni oppure per atti di indagini secretati allungati sottobanco (e sotto compenso).
Per far piena luce su tutto ciò, la Procura di Brescia (competente in Lombardia per procedimenti a carico di magistrati) indaga su possibili interferenze nelle inchieste della Procura di Pavia tra il 2017 e il 2021, acquisendo fascicoli e ascoltando testimoni. Al centro dell’attenzione c’è il caso di Andrea Sempio, con presunte anomalie nelle intercettazioni e informazioni riservate prima dell’interrogatorio. Ma non solo.
Le indagini del “sistema Pavia”
A Pavia si indaga non solo sui singoli procedimenti penali, ma anche sul modo in cui sono state condotte alcune inchieste. L’ipotesi che viene al momento valutata è che il cosiddetto “sistema Pavia” possa aver influenzato sia l’apertura sia lo sviluppo di alcuni casi. Per ora si tratta di sospetti, ma le indagini hanno già compiuto passi concreti: sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui il presidente della Regione Attilio Fontana, e la Procura di Brescia ha acquisito fascicoli chiave per approfondire la questione.
Secondo quanto emerso, la Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, avrebbe trasmesso ai colleghi di Brescia le carte relative a procedimenti penali che si svolsero tra il 2017 e il 2021. In quel periodo, la procura pavese era diretta da Mario Venditti, che alternò l’incarico di procuratore aggiunto e procuratore facente funzioni.
Il caso Sempio
Tra i fascicoli acquisiti, uno dei più delicati riguarda l’indagine del 2017 su Andrea Sempio, oggi ancora indagato per il delitto di Garlasco. L’inchiesta ha portato i pm di Brescia a perquisire l’ex pm Mario Venditti con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari. Secondo la procura bresciana, quel procedimento presenterebbe una serie di anomalie, tra cui irregolarità nelle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche e informazioni riservate che Sempio avrebbe ricevuto prima del suo interrogatorio dell’8 febbraio 2017.
Oltre al caso Sempio, i magistrati di Brescia stanno esaminando altri procedimenti per capire se anche in quei casi ci siano state interferenze o irregolarità. Le indagini sono ancora in corso e i fascicoli completi sul tavolo della Procura rimangono per ora riservati.
Diasorin e il caso Adriatici
Tra loro però ci sarebbero anche quelli dell’inchiesta Diasorin e del caso Adriatici.
L’inchiesta su Diasorin è stata chiusa nel 2023 con l’archiviazione e la successiva assoluzione per tutti gli indagati. L’indagine, avviata nel 2020, ipotizzava illeciti nell’accordo tra l’ospedale San Matteo di Pavia e la multinazionale Diasorin per i test sierologici Covid-19. Cadute tutte le accuse, tra cui peculato e turbativa d’asta, nei confronti del presidente dell’ospedale Alessandro Venturi e dei vertici di Diasorin, incluso l’AD Carlo Rosa. Il procedimento era nato da un esposto di una società di Lodi esclusa dall’intesa. Il giudice ha stabilito che non vi fu alcun accordo contrario alla legge tra San Matteo e Diasorin.
Il caso Adriatici vede invece imputato Massimo Adriatici, ex assessore leghista alla sicurezza di Voghera per l’omicidio di Younes El Bossettaoui, avvenuto il 20 luglio 2021. Dopo una colluttazione in cui la vittima ha colpito Adriatici con un pugno, quest’ultimo ha sparato, uccidendolo. Inizialmente si era parlato di eccesso colposo di legittima difesa, ma i giudici hanno chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario, una decisione che Adriatici dovrà affrontare in tribunale.
LEGGI ANCHE: Garlasco, “Lo scontrino del parcheggio non è suo”: un supertestimone smonta l’alibi di Andrea Sempio