SVILUPPI D'INDAGINE

Corruzione a Vigevano, revocati gli arresti domiciliari per due indagati

Si tratta di Veronica Passarella, ex amministratrice unica dell’Asm di Vigevano e Lomellina, e Alessandro Gabbi, direttore amministrativo della stessa azienda

Corruzione a Vigevano, revocati gli arresti domiciliari per due indagati
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Il Gip restituisce la libertà a due degli indagati nell'inchiesta sulla corruzione che coinvolge il Comune e Asm di Vigevano.

Corruzione a Vigevano, revocati domiciliari per due indagati

Arriva una nuova svolta nell'inchiesta della Procura di Pavia che sta scuotendo il Comune di Vigevano e Asm, la società municipalizzata per la gestione dei servizi. Il Giudice per le indagini preliminari (GIP) ha deciso di revocare gli arresti domiciliari a due degli indagati, restituendo loro la libertà.

Si tratta di Veronica Passarella, ex amministratrice unica dell’Asm di Vigevano e Lomellina, e Alessandro Gabbi, direttore amministrativo della stessa azienda.

Gli altri indagati

Nonostante la revoca per Passarella e Gabbi, altre figure di spicco coinvolte nell’inchiesta rimangono sotto misura cautelare. Tra questi c’è Andrea Ceffa, sindaco di Vigevano, che continua a rimanere ai domiciliari. La sua richiesta di revoca della misura, avanzata tramite un ricorso al Tribunale del Riesame, è stata respinta.

Altri due indagati, Roberta Giacometti, consigliera comunale di maggioranza, e Matteo Ciceri, amministratore unico di Vigevano Distribuzione Gas, restano anch'essi sotto arresti domiciliari.

Le accuse

L’inchiesta, che ruota attorno a presunti episodi di corruzione, ha svelato una rete di rapporti tra politica e affari, con implicazioni che vanno oltre i confini locali. Tra gli indagati figura anche l'ex europarlamentare leghista Angelo Ciocca, accusato di istigazione alla corruzione (che si dichiara estraneo ai fatti), insieme all’imprenditore edile Alberto Righini, vicepresidente regionale di Ance, e la sua compagna Alice Andrighetti.

Un ulteriore sviluppo ha coinvolto Righini, a cui la Procura ha notificato il divieto, per un anno, di esercitare attività imprenditoriali e ricoprire ruoli direttivi nelle imprese.

La consulenza sospetta

Il cuore dell’inchiesta si concentra su una consulenza da 6mila euro annuali che sarebbe stata assegnata a Roberta Giacometti, attraverso un prestanome, ovvero una collega del suo studio professionale.

Secondo le accuse, il sindaco Ceffa avrebbe sollecitato i dirigenti dell'Asm affinché procurassero l'incarico a Giacometti per ottenere un sostegno politico, particolarmente rilevante nel contesto di una situazione politica instabile, che vedeva il primo cittadino in difficoltà dopo il fallimento della "congiura di Sant’Andrea".

Questo piano mirava alla caduta della giunta comunale, tramite le dimissioni di massa dei consiglieri nel novembre 2022.

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