LA POESIA

Coronavirus: la poesia che sconfigge la paura impazza sui social, un inno alla vita che verrà

Una bellissima (e anonima) poesia, che sui social riesce a strappare un sorriso.

Coronavirus: la poesia che sconfigge la paura impazza sui social, un inno alla vita che verrà
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Sta impazzando sui social, lascia un sorriso, un messaggio di positività, e ci fa credere e sperare che il peggio passerà presto e che torneremo a riabbracciarci più forti che mai. E’ una poesia dolce e spontanea, che arriva insieme a una primavera silenziosa, che il Coronavirus fa passare quasi inosservata. Ma la primavera non lo sa, e prosegue la sua rinascita. La poesia al momento non ha ancora una firma: l’autore sembrerebbe anonimo, ma noi lo invitiamo a palesarsi.

Viva la primavera, viva la vita!

“Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori iniziavano a sbocciare,e il sole a splendere, e tornavano le rondini.
Diventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse.
Era l’11 marzo 2020 e i ragazzi studiavano sui pc da casa.
Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa.
Dopo poco chiusero tutto, anche gli uffici.
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali e la gente si ammalava.
Era l’11 marzo del 2020 e tutti furono messi in quarantena obbligatoria: i nonni, le famiglie e anche i giovani.
Allora la paura diventò reale, e le giornate sembravano tutte uguali.
Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire.
Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno.
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri, l’anno in cui il mondo sembrò fermarsi e l’economia andare a picco.
Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti.
E poi arrivò il giorno della liberazione.
Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita e che il virus aveva perso…
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto.
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello.
E fu allora che arrivò l’estate, perché la primavera non lo sapeva e aveva continuato ad esserci…
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte.
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita”

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