Un genio criminale

Condannato a 4 anni Guido Farinelli, si fingeva un James Bond per truffare i politici

Era riuscito a ingannare politici e generali ma anche medici e piloti. Da un anno scontava gli arresti domiciliari a Voghera.

Condannato a 4 anni Guido Farinelli, si fingeva un James Bond per truffare i politici
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Corruzione, truffa e fabbricazione di documenti falsi. Questi sono solo alcuni dei reati commessi da Guido Farinelli che da anni si fingeva un altro e ingannava le persone più in vista. Dopo l'arresto dell'anno scorso ha scontato i domiciliari a Voghera.

Agente dei servizi segreti o spia?

Per alcuni è stato un agente dei servizi segreti, per altri un militare della Marina. Pensate che era riuscito a far credere di essere addirittura una spia per la sicurezza del Vaticano. In questo modo aveva truffato chiunque dai politi ai medici, dai generali ai piloti.

Millantava conoscenze importanti, sosteneva di essere un membro di spicco del jet set. In questo modo si era introdotto nei circoli più esclusivi ottenendo onorificenze sempre con documenti falsi.

Si era anche introdotto illegalmente sul portale Wikipedia in modo tale da far comparire il suo nome alla voce di Nicola Calipari, Fabrizio Quattrocchi e tanti altri nomi. Negli anni aveva fatto una collezione di processi in tutta Italia con tanti nomi diversi ma la sua corsa si ferma qui.

Condannato a quattro anni

Stiamo parlando di Guido Umberto Farinelli, 47enne che negli anni ha cambiato moltissime volte nome. Ma ora dovrà fare i conti con la sua vera identità. Lo scorso martedì 4 ottobre c'è stato il processo con rito abbreviato e il giudice Patrizia Nobile ha deciso per lui una condanna a quattro anni e dieci mesi.

Arrestato nel giugno del 2021, Farinelli ha passato un anno agli arresti domiciliari in un appartamento di Voghera. Ma nonostante l'arresto era riuscito a portare avanti le sue attività da genio criminale truffando degli imprenditori rimanendo comodamente nella sua abitazione. Si era fatto infatti dare oltre 4mila euro ingannandoli.

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