BORGO PRIOLO

Cavalli malnutriti e costretti a vivere tra i loro escrementi, allevatore condannato per maltrattamento animali

Dovrà inoltre pagare una multa di 9mila euro e la sua attività è stata sospesa per tre mesi

Cavalli malnutriti e costretti a vivere tra i loro escrementi, allevatore condannato per maltrattamento animali
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Allevatore condannato per maltrattamento animali: teneva una dozzina di cavalli in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili. La denuncia di Horse Angels.

Cavalli malnutriti

Un agriturismo chiuso da tempo a Borgo Priolo, nel Pavese, è stato al centro di una vicenda di maltrattamento animali che ha suscitato l'indignazione di associazioni animaliste e l'intervento delle autorità competenti.

Nella primavera del 2019, la Forestale ha segnalato la presenza di due dozzine di cavalli malnutriti, costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili in un recinto pieno di escrementi. L'allevatore, proprietario della struttura, è stato sanzionato dai Carabinieri Forestali per la negligenza nella gestione degli equini.

Nonostante le segnalazioni ripetute delle associazioni animaliste e i provvedimenti delle autorità, la situazione non è migliorata e nel 2020 è stato necessario disporre il sequestro degli animali, affidandoli paradossalmente allo stesso proprietario indagato. Solo nel 2021, dopo ulteriori segnalazioni e il ritrovamento di un cavallo morto, le autorità hanno finalmente deciso di togliere gli animali all'allevatore.

Allevatore condannato

Sei cavalli sono stati affidati a Progetto Islander e altri 31 a Horse Angels, che a sua volta li ha dati in custodia a privati all'inizio del 2022. Entrambe le associazioni si sono costituite parte civile nel processo contro l'allevatore, che è stato condannato in primo grado per maltrattamento animale.

La sentenza ha inflitto al condannato una multa di 9mila euro, oltre alle spese processuali e al risarcimento alle associazioni. Inoltre, è stata sospesa la sua attività di commercio, allevamento e trasporto di animali per tre mesi, e gli animali sono stati definitivamente confiscati per essere affidati alle associazioni.

Maggiore prevenzione

Horse Angels ha affidato la difesa all'Avv. Annalisa Gasparre del Foro di Pavia, la quale ha sottolineato l'importanza di prendere sul serio le segnalazioni delle associazioni animaliste e ha ribadito la necessità di una maggiore prevenzione e formazione da parte delle autorità preposte.

“Questa storia insegna, se c'era bisogno di una ulteriore esperienza in questo senso, che l'affido agli indagati non corregge quasi mai i maltrattamenti e che le segnalazioni di animalisti vanno prese seriamente, specialmente se sono adeguatamente documentate come nel caso in oggetto. Quasi sicuramente il condannato farà ricorso in appello, ma siamo pronti a difendere la confisca dei cavalli, che assolutamente non devono tornare indietro. Per altro, ci risulta che l'allevatore si sia comprato altri cavalli durante la durata del processo, oltre a essersi dichiarato sempre innocente rispetto alle accuse di maltrattamento a lui ascritte. La pena è stata molto severa, speriamo che la comprenda e desista dal riprendere ad allevare in forma incontrollata rispetto alle risorse economiche di cui dispone per un possesso responsabile".

Gli accumulatori di equini

Il verdetto severo è stato accolto con favore dalle associazioni, che sperano che la sentenza dissuada l'allevatore dal riprendere la sua attività in modo irresponsabile e che contribuisca a sensibilizzare sull'importanza del benessere animale e sulla lotta contro il maltrattamento.

"Gli accumulatori di equini sono molto diffusi e sono gli interventi più difficili a cui si è dedicata Horse Angels sin dalla sua fondazione nel 2009. Più volte siamo intervenuti, assumendo la gestione di equini, dove gli allevatori li lasciavano in libera riproduzione senza venderli o macellarli, senza impiegarli in alcun particolare scopo, con la situazione che sfugge loro di mano. In questi casi di accumulatori, l'intervento delle autorità deve essere repentino. Aiutare gli animali di un accumulatore seriale è molto difficile, perché quasi mai il soggetto si rende conto che ha un problema e che il suo problema si rifletta nella negligenza di gestione. Parlare di più di questo tema, forse aiuterebbe nella prevenzione, e serve anche maggiore formazione da parte delle autorità preposte ad intervenire su come porre uno stop all'accumulo avvalendosi anche dell'aiuto di associazioni animaliste”.

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