La Procura di Pavia ha chiesto 11 anni e 4 mesi di reclusione per Massimo Adriatici, ex assessore leghista di Voghera, a processo per omicidio volontario per la morte di Younes El Boussettaoui avvenuta nel luglio 2021.
Caso Adriatici, chiesti 11 anni e 4 mesi
Si avvicina l’epilogo giudiziario per il caso che due anni fa scosse la città di Voghera: l’omicidio di Younes El Boussettaoui, il 39enne ucciso da un colpo di pistola esploso da Massimo Adriatici, all’epoca assessore comunale alla sicurezza della Lega. La Procura di Pavia ha formalizzato la sua richiesta di pena, chiedendo una condanna a 11 anni e 4 mesi di reclusione per l’ex politico, accusato di omicidio volontario.
La richiesta è stata avanzata dal procuratore capo Fabio Napoleone al termine della sua lunga requisitoria in aula. Il PM ha sottolineato che, al momento dello scontro, l’imputato avrebbe potuto “attuare condotte alternative” all’uso dell’arma da fuoco. Il fatto risale alla sera del 20 luglio 2021 in piazza Meardi, quando Adriatici sparò a distanza ravvicinata contro El Boussettaoui. In aula erano presenti anche gli avvocati di parte civile che rappresentano i familiari della vittima.
Reazione sproporzionata
Secondo la ricostruzione dell’accusa, il gesto fatale di Adriatici sarebbe stata una reazione sproporzionata a un’offesa subita: uno schiaffo con cui Younes El Boussettaoui lo aveva colpito, facendolo cadere a terra. Per la Procura, l’ex assessore alla sicurezza avrebbe reagito con rabbia e in maniera eccessiva, sparando con la sua pistola che, dettaglio cruciale, era già tenuta con il colpo in canna. Nonostante l’accusa di omicidio volontario, il Pubblico Ministero ha riconosciuto le attenuanti generiche.
Il rito abbreviato
Massimo Adriatici ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, una procedura che, in caso di condanna, prevede uno sconto automatico di un terzo della pena. La richiesta finale di 11 anni e 4 mesi formulata dalla Procura include già questa riduzione. In linea teorica, l’ex assessore, qualora venisse ritenuto responsabile, rischia una pena che varia dai 9 anni e 9 mesi ai 14 anni. La sentenza è attesa per il prossimo 30 gennaio. In aula, per assistere alle fasi finali del procedimento, erano presenti i genitori, un fratello e una sorella del 39enne Younes El Boussettaoui.