reperti mai approfonditi

Campioni biologici di Chiara Poggi conservati a Pavia ed oggetti mai analizzati: cosa possono rivelare?

Nonostante la loro potenziale rilevanza investigativa, tali reperti non sono mai stati analizzati o, laddove esaminati, hanno fornito esiti dubbi

Campioni biologici di Chiara Poggi conservati a Pavia ed oggetti mai analizzati: cosa possono rivelare?
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Cosa ci possono rivelare i campioni di Chiara Poggi conservati a Pavia? Sono campioni che, secondo la nota del procuratore Fabio Napoleone, "non sono mai stati analizzati o hanno fornito esiti dubbi".

A distanza di anni, la scienza forense ha fatto passi da gigante, e nuove analisi potrebbero fornire risposte rimaste finora sepolte.

Cosa possono rivelare i campioni biologici su Chiara Poggi?

Un mistero ancora irrisolto aleggia sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco. Tra le numerose prove raccolte, alcuni campioni biologici della vittima sono ancora conservati presso l'Università di Pavia. Secondo quanto riferito da una fonte qualificata all'AGI, si tratta di reperti fondamentali che potrebbero ancora fornire risposte cruciali.

I campioni biologici mai analizzati

Fra i materiali biologici conservati figurano un frammento di tessuto muscolare e tamponi rettale, vaginale e orale. Nella recente nota della Procura di Pavia, che ha richiesto un incidente probatorio nell'indagine su Andrea Sempio, si fa riferimento a questi campioni come "reperti della vittima non oggetto della distruzione dei corpi di reato disposta dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano ed effettuata nel 2022". Questi materiali sono emersi dalle verifiche condotte presso l'Unità di Medicina Legale Scienze Forensi del Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense dell'Università di Pavia.

Nonostante la loro potenziale rilevanza investigativa, tali reperti non sono mai stati analizzati o, laddove esaminati, hanno fornito esiti dubbi. Un dato che solleva numerosi interrogativi, considerando che potrebbero contenere tracce biologiche determinanti per individuare l'assassino di Chiara Poggi.

Reperti mai interrogati: un'opportunità investigativa?

Molti degli oggetti ritrovati sulla scena del delitto non hanno mai fornito risposte certe, e in alcuni casi non sono stati sottoposti ad alcun esame approfondito. Ora, a distanza di 18 anni, la Procura di Pavia e i carabinieri che stanno conducendo nuovi accertamenti potrebbero cercare di estrarre informazioni da questi materiali rimasti nell'ombra.

Uno degli obiettivi delle indagini potrebbe essere confrontare eventuali nuove tracce con il DNA attribuito ad Andrea Sempio, trovato sotto le unghie della vittima. Tuttavia, la strada non sarà semplice: molti reperti sono stati restituiti alle famiglie o distrutti su disposizione della Corte d'Assise d'Appello. Nei fascicoli giudiziari restano però le fotografie degli oggetti e i risultati delle analisi effettuate all'epoca.

Gli oggetti mai analizzati: tracce dimenticate?

Tra gli oggetti appartenenti a Chiara Poggi, alcuni sono rimasti privi di un esame approfondito:

  • Orecchini di perla, quattro braccialetti e un orologio Swatch: presentavano tracce ematiche, ma non venne effettuato alcun prelievo.
  • Cavigliera in metallo: fu ipotizzato che la vittima fosse stata trascinata per i piedi, ma il reperto non venne analizzato.
  • Elastico per capelli: risultato positivo al Combur test, ma senza ulteriori approfondimenti.
  • Telefono Nokia: restituito senza particolari esami.

Questi oggetti, se ancora integri e recuperabili tramite un eventuale sequestro, potrebbero rivelare nuove informazioni. Tuttavia, la loro conservazione per un periodo così lungo senza le dovute precauzioni potrebbe aver compromesso la possibilità di ottenere riscontri affidabili.

Gli strumenti di Stasi e le 200 tracce di sangue

Non vennero effettuati prelievi neanche su alcuni strumenti presenti nella casa della famiglia Stasi, come una roncola, un martello e una paletta del camino. Il Combur test, utilizzato per rilevare tracce biologiche con elevata sensibilità, diede esito negativo e non si procedette con ulteriori verifiche.

Il genetista Marzio Capra, che sta seguendo la parte offesa nei nuovi accertamenti, ha evidenziato che sulla scena del delitto furono rilevate circa 200 tracce di sangue appartenenti a Chiara Poggi. Tuttavia, i para-adesivi utilizzati per raccogliere campioni potrebbero contenere impronte non ancora analizzate.

A distanza di anni, la scienza forense ha fatto passi da gigante, e nuove analisi potrebbero fornire risposte rimaste finora sepolte. La domanda che resta sospesa è: sarà possibile ottenere verità e giustizia, oppure il tempo ha ormai cancellato ogni traccia utile?

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