L'INTERVISTA

Arbitro donna aggredita, parla l’allenatore della Rivanazzanese “Nessuna aggressione”

Le parole di Paolo Bottazzi, l'allenatore della Under 15 femminile pavese. "Su di me è stato detto di tutto in questi ultimi giorni. Non lo trovo giusto".

Arbitro donna aggredita, parla l’allenatore della Rivanazzanese “Nessuna aggressione”
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“E’ stata una partita nata male. Una partita difficile sul campo e fuori. Ma non c’è stata nessuna aggressione da parte mia nei confronti della 16enne arbitro del match. Figuriamoci, alleno da 15 anni e non ho mai ricevuto nemmeno una espulsione…".

Parla l’allenatore della Rivanazzanese “Nessuna aggressione”

E’ amareggiato Paolo Bottazzi, l’allenatore della Under 15 femminile Rivanazzanese. Ma vuole parlare e spiegare come sono andate le cose. “Perché su di me è stato detto di tutto in questi ultimi giorni. E non lo trovo giusto”.

La partita, valida per il campionato regionale femminile Under 15, si è svolta domenica 16 febbraio 2020, e ha visto in campo i padroni di casa del Real Meda contro la squadra pavese allenata da Bottazzi.

Una partita difficile

“La giovane arbitra, 16 anni, ha avuto diverse difficoltà nel corso della partita, ricevendo anche qualche critica dagli spalti. Il clou della tensione è stato raggiunto sul terzo gol, quello del 2-1 a favore della squadra locale, segnato proprio allo scadere del secondo tempo e in concomitanza con il secondo fischio dell’arbitro – racconta Bottazzi – Inizialmente l’arbitro non ha convalidato la rete e questo ha suscitato disapprovazione tra le giovani della Real Meda – aggiunge l’allenatore. “La ragazza era spaventata e così ha cambiato idea concedendo il gol alle medesi”.

Sono seguiti minuti concitati ma non violenti, in base a quanto riferito dall’allenatore della Rivanazzanese. “Anche io volevo chiarire con l’arbitro e così, mentre lei si portava verso lo spogliatoio, l’ho raggiunta e l’ho toccata per un braccio per poi chiedergli chiarimenti sul suo errore tecnico. Non l’ho insultata. Non l’ho aggredita e alla fine lei mi ha chiesto scusa e ha rettificato il risultato finale”.

La chiamata ai Carabinieri

“Il problema vero è nato quando un genitore della nostra squadra, non tesserato, è entrato in campo da un cancello aperto con l’intento di andare a recuperare la figlia negli spogliatoi. Da qui è partita la chiamata ai Carabinieri da parte del padre della giovane arbitra. Con cui, ci tengo a precisarlo, mi sono chiarito proprio alla fine della partita”.

Resta quindi l’amarezza e l’attesa, che dovrebbe terminare domani, della decisione della giustizia sportiva da cui dovrebbe arrivare un pronunciamento sui fatti accaduti domenica allo stadio medese.

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