Andreea e Sasha morti durante il parto al San Matteo: ipotesi embolia da liquido amniotico, lunedì l'autopsia
Nonostante il dolore, il marito di Andreea ha dichiarato di non cercare vendetta, ma giustizia per la morte della sua compagna e del loro bambino
Continuano le indagini in merito alla morte di Andreea Antochi e del piccolo Sasha che portava in grembo: la tragedia nella notte tra il 16 e il 17 dicembre 2024 al San Matteo di Pavia.
Ipotesi embolia da liquido amniotico
La morte di Andreea Antochi, la 30enne originaria di Villanterio, e del suo neonato, avvenuta nella notte tra il 16 e il 17 dicembre scorso al Policlinico San Matteo di Pavia, sta lasciando dietro di sé numerosi interrogativi. L’ipotesi prevalente come causa del decesso è quella di una rara embolia polmonare da liquido amniotico, ma le indagini proseguono per comprendere le cause esatte del tragico epilogo.
Il drammatico travaglio
Andreea, alla sua prima gravidanza, si era presentata in ospedale già il 12 dicembre 2024 con forti dolori e la richiesta di un cesareo, ma i medici non avevano ritenuto necessario l’intervento. Dopo essere stata rimandata a casa, si è presentata nuovamente il 15 dicembre, quando è iniziato il travaglio. La situazione è rapidamente peggiorata durante la notte del 16 dicembre, quando la giovane donna ha accusato un’improvvisa insufficienza respiratoria, seguita da arresto cardiaco. Nonostante gli sforzi disperati dei medici, che hanno tentato di rianimarla per oltre un’ora, la 30enne non ce l’ha fatta. Il tentativo di salvare il bambino con un cesareo d'urgenza è stato altrettanto vano.
Le ipotesi e l’autopsia
L'ipotesi iniziale avanzata dai medici, come già detto, è quella di un'embolia polmonare da liquido amniotico, una complicanza estremamente rara che si verifica soprattutto durante il travaglio e che può risultare fatale per la partoriente. Tuttavia, molte domande rimangono senza risposta. Per questo motivo, è stata disposta un’autopsia che potrà già essere svolta nella giornata di domani, lunedì 23 dicembre 2024. All'esame parteciperanno anche i consulenti di parte, tra cui quelli della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, il marito della vittima, Florin Catalin Lovin, e la Procura di Pavia.
Il cesareo negato
La tragedia ha scatenato una forte reazione nella comunità locale. Le colleghe di Andreea, che lavorava come operaia presso la FM Logistic di Corteolona e Genzone, hanno organizzato una protesta davanti all'ospedale, esprimendo la loro rabbia per una morte che considerano evitabile. “Non si può morire di parto nel 2024”, hanno dichiarato, chiedendo giustizia per la giovane donna e per il piccolo Sasha.
Anche il marito di Andreea, Florin Catalin Lovin, ha chiesto chiarimenti in merito alla gestione del parto, accusando i medici di non aver preso sul serio i sintomi di malessere che Andreea aveva manifestato nei giorni precedenti. Secondo quanto riportato nella denuncia presentata alla Procura, la donna aveva chiesto più volte di poter partorire con il cesareo, ma le sue richieste erano state ignorate.
Già due indagati
La polizia giudiziaria sta ora identificando tutti gli operatori sanitari che hanno preso in carico Andreea durante il suo ricovero, e due professionisti sarebbero già stati iscritti nel registro degli indagati. Le indagini sono ancora in corso, e il numero degli indagati potrebbe aumentare nei prossimi giorni.
Il dolore del marito
Nonostante il dolore, il marito di Andreea ha dichiarato di non cercare vendetta, ma giustizia per la morte della sua compagna e del loro bambino. Il suo avvocato ha sottolineato che l’uomo desidera solo che venga fatta chiarezza su quanto accaduto e che la verità venga a galla, senza nutrire desideri di vendetta.
"Pensavo di farcela, ma mi stavo sbagliando -ha scritto sui social Catalin Florin Lovin come se si rivolgesse al piccolo-. Ho fallito al primo colpo. Abbi cura della mamma, fai tu adesso il guerriero".