CRONACA

Aggressione nel carcere di Pavia, agente vieta al detenuto di uscire in corridoio e lui lo colpisce

Dalla cella ha lanciato una scopa che ha ferito il volto del poliziotto con il manico

Aggressione nel carcere di Pavia, agente vieta al detenuto di uscire in corridoio e lui lo colpisce

Donato Capece, segretario generale del sindacato SAPPE, ha parlato di un’aggressione non solo all’uomo ma allo Stato stesso.

Aggressione nel carcere di Pavia

Un nuovo episodio di violenza si è verificato all’interno della casa circondariale di Pavia. Nel tardo pomeriggio di giovedì 18 settembre 2025, poco prima delle 18, un agente della Polizia Penitenziaria è stato aggredito da un detenuto dopo avergli negato la possibilità di uscire dalla cella per passeggiare nel corridoio.

A questo punto, l’uomo si è inalberato e ha lanciato dalla propria stanza una scopa che ha colpito con il manico il poliziotto in pieno volto e lo ha costretto a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo. Dimesso nella stessa serata, i medici gli hanno prescritto una prognosi di dieci giorni.

Pochi giorni fa, durante lo scorso fine settimana, tre agenti dello stesso carcere erano stati aggrediti dai detenuti, causando lesioni e il ricorso alle cure ospedaliere.

Detenuto discute con l’agente e lo colpisce

A denunciare l’accaduto è stato il sindacato SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), attraverso il segretario lombardo Alfonso Greco.

Il personale della casa circondariale di Pavia è allo stremo. Chiediamo con forza all’amministrazione centrale di intervenire contro le aggressioni che continuano a colpire gli agenti”.

Duro anche l’intervento di Donato Capece, segretario generale del sindacato, che ha parlato di un’aggressione non solo all’uomo ma allo Stato stesso.

Chi aggredisce un poliziotto, aggredisce lo Stato. Ci attiveremo perché le proteste dei colleghi trovino attenzione e provvedimenti concreti. La tensione nelle carceri lombarde è costante: servono interventi urgenti. La Polizia Penitenziaria è stanca di subire quotidianamente violenze”.

Donato Capece