Addio ad Annamaria Gatto, una vita per la giustizia tra Pavia e Milano
Scomparsa a 74 anni, ha dedicato la sua carriera alla difesa dei più fragili

Si è spenta a 73 anni Annamaria Gatto, ex presidente del Tribunale di Pavia, figura di riferimento nel panorama giudiziario italiano. Il decesso improvviso è avvenuto mentre si trovava in vacanza, lasciando un vuoto profondo tra colleghi e operatori del diritto.
Una carriera tra Pavia e Milano
Nata a Napoli nel 1952, con una famiglia alle spalle e un figlio cresciuto accanto a una donna che ha fatto della giustizia la sua vocazione, Annamaria Gatto ha attraversato decenni di storia giudiziaria con fermezza e lucidità. I suoi primi passi li ha mossi in Procura a Milano, in un tempo segnato dal terrorismo e dalle ombre della loggia P2. Era parte del gruppo che interrogò i militanti della colonna Walter Alasia, in anni in cui serviva coraggio, oltre che competenza.
Nel 1984 è diventata pretore, e da lì ha affrontato processi che hanno lasciato il segno. Tra questi, quello sugli scontri di via Bellerio del 1996, che portò alla condanna dei vertici della Lega Nord. Sempre con rigore, mai con clamore.
Impegno costante per donne e minori
Dal 2009 al 2015 ha diretto la Quinta sezione penale del Tribunale di Milano, dove ha seguito procedimenti delicatissimi, spesso legati a violenza su donne e minori. Non parlava di "deboli", ma di "vulnerabili". Una distinzione che dice molto: per lei, la giustizia doveva essere uno spazio di protezione, non solo di punizione.
Tra i casi più noti, quello contro l’ex ministro Aldo Brancher, coinvolto nella scalata ad Antonveneta, e il processo Ruby, che vide sul banco degli imputati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Ma non era il clamore mediatico a guidarla: era la responsabilità verso chi non ha voce.
Gli anni a Pavia e l’impegno oltre la toga
Nel 2015 è arrivata a Pavia, dove ha chiuso la sua carriera cinque anni dopo, lasciando il ruolo di presidente del Tribunale. Anche qui ha affrontato vicende complesse, come il processo per l’omicidio del fotoreporter Andy Rocchelli, che ha coinvolto il soldato italo-ucraino Vitaly Markiv.
Annamaria Gatto, però, non si è mai limitata alla toga. Ha partecipato a progetti di cooperazione internazionale e volontariato, portando la sua esperienza dove serviva davvero. Nel 2009, insieme alla Onlus Differenza Donna e con il sostegno della Farnesina, ha contribuito alla nascita di un centro di accoglienza per donne vittime di violenza in Palestina. Un’iniziativa che ha poi formato anche magistrati locali, creando ponti tra giustizia e umanità.