In carcere sette magrebini

Acquistavano online e pagavano con banconote false: 7 arresti tra Milano e Pavia VIDEO

Sequestrate banconote contraffatte per un valore complessivo di circa 56.000 euro.

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Acquistavano online utilizzando banconote false: 7 magrebini arrestati nel capoluogo Lombardo e in provincia di Pavia.

7 persone arrestate

I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, nel capoluogo ed in provincia di Pavia, hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano, nei confronti di 7 persone, tutte di origine magrebina, alcune delle quali irregolari sul territorio nazionale, indagate a vario titolo, per i reati di spendita e introduzione nello stato, previo concerto, di monete falsificate, spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione.

Gli acquisti online

L’indagine, condotta dai militari della Compagnia Carabinieri Milano Duomo, nasce a seguito delle plurime segnalazioni e denunce sporte da cittadini che avevano venduto cellulari o altri beni di consumo tramite siti di annunci on-line, ricevendo quale corrispettivo dai compratori delle banconote false. Ricorrente era il luogo d’incontro indicato dall’acquirente, ovvero la zona di piazzale Loreto a Milano.

Le banconote false

L’articolata attività avviata, informativa prima ed investigativa poi - anche di tipo tecnico - ha messo in luce l’esistenza di una consolidata rete di distribuzione di banconote false di pregevole fattura, sia al dettaglio che all’ingrosso, prodotte da stamperie dislocate nel territorio campano, di natura off-set ovvero digitale, come documentato peraltro dagli accertamenti esperiti dal personale del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma.

A margine dell’indagine, è stata per di più documentata l’attività di spaccio di sostanza stupefacente, del tipo hashish, messa in piedi da uno degli indagati a favore di una rete di fidelizzati clienti.

Nel corso dell’indagine sono state tratte in arresto 3 persone in flagranza di reato e sequestrate banconote contraffatte per un valore complessivo di circa 56.000 euro.

Tale circuito illecito è stato anche oggetto di un servizio televisivo realizzato dal noto inviato Max Laudadio del programma “Striscia la notizia”.

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