Una coppia ha donato 25mila euro all’Università di Pavia, finanziando due borse di studio per studenti palestinesi arrivati tramite il corridoio accademico da Gaza. L’Ateneo ha inoltre avviato una campagna di crowdfunding per sostenere ulteriori percorsi formativi dedicati ai giovani palestinesi.
Finanziate due borse di studio per studenti palestinesi
Un contributo di 25mila euro, nato dalla volontà di offrire un segnale tangibile di sostegno al popolo palestinese, si è trasformato in due borse di studio per altrettanti giovani accolti dall’Università di Pavia. Come riportato in un comunicato stampa, a compiere il gesto è stata una coppia bergamasca che, lo scorso novembre, ha contattato il Rettore dell’Ateneo Alessandro Reali per prendere parte alle iniziative accademiche legate al progetto “Italian Universities for Palestinian Students” (IUPALS), promosso dalla CRUI.
La somma donata è stata suddivisa in due quote, con l’obiettivo di ampliare il numero dei beneficiari. I fondi copriranno l’alloggio e una parte delle spese quotidiane dei due studenti selezionati. Le borse sono già state assegnate a due dei quattro giovani palestinesi giunti a Pavia il 26 novembre 2025 attraverso l’ultimo corridoio universitario attivato tra Italia e Gaza. Uno frequenterà la laurea magistrale in Computer Engineering e l’altro il corso in Economics, Development and Innovation: per entrambi si tratta di una possibilità concreta di riprendere un percorso formativo sospeso da guerra e instabilità.
Reali: “Restituire speranza”
Il Rettore Alessandro Reali ha espresso profonda gratitudine per la donazione, sottolineandone il valore simbolico e sociale.
“Come abbiamo ricordato in occasione dell’arrivo dei primi studenti palestinesi a Pavia – ha dichiarato il rettore Reali – un valore assolutamente fondamentale per l’università è la libertà: di insegnamento, di ricerca, di pensiero, di parola e di confronto, sempre nel rispetto reciproco. Istituzioni e comunità condividono una responsabilità sociale verso ciò che accade attorno a noi. L’educazione dà la possibilità di trasformare impegno e solidarietà in gesti concreti. Non possiamo che ringraziare i donatori di questa doppia borsa di studio per il loro gesto generoso e significativo, che supera confini geografici e culturali per restituire ciò che di più prezioso esiste: la speranza. In Europa come in Palestina, c’è bisogno di giovani preparati, capaci di contribuire alla ricostruzione mettendo a frutto conoscenze e competenze maturate anche grazie a programmi di mobilità, di cooperazione e di solidarietà internazionale. IUPALS rientra tra questi e UNIPV rinnova il proprio impegno, che racchiude il senso più profondo della nostra missione accademica”.
Al via campagna di crowdfunding
Parallelamente, un gruppo di docenti dell’Università di Pavia ha lanciato una campagna di raccolta fondi dedicata agli studenti palestinesi iscritti all’Ateneo. L’iniziativa, intitolata “A bridge for the Future: Support UNIPV Scholarships for Palestinian Students”, sarà ospitata sulla piattaforma Universitiamo e presentata ufficialmente il 13 dicembre 2025 durante l’evento “Aspettando il Natale in Ateneo”. Le donazioni, attraverso Universitiamo.eu e PagoPA, contribuiranno al finanziamento di nuove borse di studio.
Matteo Alvaro, Prorettore agli Affari Internazionali, evidenzia il valore strategico dell’iniziativa:
“L’educazione è uno strumento di pace, capace di aprire strade e costruire ponti verso un futuro migliore. Offrire formazione significa investire nella ricostruzione di una comunità”.
Pavia tra i protagonisti del corridoio accademico
L’Università di Pavia è tra gli atenei partner del programma IUPALS, realizzato con il supporto del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Università, del Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme e del Meccanismo Europeo di Protezione Civile. Grazie al corridoio accademico aperto tra Palestina e Italia, Pavia ha già accolto otto persone provenienti da Gaza e Cisgiordania: quattro studentesse, tre studenti e un ricercatore.
Un risultato reso possibile dalla collaborazione di numerose istituzioni – Guardia di Finanza, Protezione Civile, ambasciate italiane, scuole di Terrasanta, Fondazione Giovanni Paolo II – e dal sostegno del territorio pavese, con il Comune, le associazioni e diversi cittadini impegnati nell’accoglienza.