Un maxi progetto italo-svizzero per riqualificare l'area del fiume Ticino
Proteggere la biodiversità del territorio intorno al fiume, promuovendo il benessere sociale ed economico delle comunità.
Dalla collaborazione transfrontaliera di 30 enti italiani e svizzeri nasce il Piano di riqualificazione del corridoio ecologico del Fiume Ticino. Il documento unisce gli sforzi dei due Paesi per proteggere la biodiversità del territorio intorno al fiume, promuovendo il benessere sociale ed economico delle comunità.
Un maxi progetto italo-svizzero per riqualificare l'area del fiume Ticino
Migliorare lo stato di salute degli ambienti unici lungo i 248 km del corso del Ticino, tra la Val Bedretto (in Svizzera) e la confluenza con il Po in Italia. Questo l’obiettivo che ha spinto Istituto Oikos, insieme a un’alleanza italo-svizzera, ad elaborare il Piano di riqualificazione del corridoio ecologico del fiume Ticino 2021-2031. Questi ambienti e le numerose specie che vi abitano si trovano infatti in una delle aree più popolate ed economicamente attive d’Europa, con i rischi per la biodiversità che ne derivano. I cambiamenti climatici e gli eventi estremi (incendi, tempeste, siccità) rappresentano un’ulteriore complicazione, sia per gli habitat locali che per l’uomo.
Proteggere gli ecosistemi
Le amministrazioni di Italia e Svizzera, e specialmente le aree protette dei rispettivi Paesi, sono impegnate da tempo per proteggere gli ecosistemi più fragili di questo territorio. Tali sforzi non sono però mai stati coordinati su grande scala a comprendere tutto il territorio transfrontaliero del Ticino (Figura). Tra novembre 2019 e febbraio 2021 Istituto Oikos, grazie al finanziamento di Endangered Landscape Programme, ha coordinato l’elaborazione del Piano di riqualificazione del corridoio ecologico del fiume Ticino. Questo documento è frutto del lavoro congiunto di moltissimi enti: amministrazioni pubbliche (Canton Ticino, Provincia di Pavia e Provincia di Varese, ERSAF, Ente Nazionale Risi, Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, Associazione di Irrigazione Est Sesia), aree protette (Parco Lombardo Valle del Ticino, Parco Ticino Lago Maggiore, Fondazione Bolle di Magadino, Parco Regionale Campo dei Fiori, Riserva MAB Val Grande Verbano Ticino), organizzazioni della società civile (es. LIPU, FICEDULA, CIRF), enti di ricerca (Università dell’Insubria, di Milano, di Pavia e di Torino) e società private (Graia, Idrogea Servizi, Etifor, Eleade).
5 grandi obiettivi
Il Piano contiene 75 azioni che contribuiranno a raggiungere 5 grandi obiettivi: migliorare la governance transfrontaliera, sperimentando anche nuove forme di gestione del territorio; garantire i servizi che la natura può offrire all’uomo e lo sviluppo di attività economiche sostenibili; rinforzare la connessione ecologica tra le Alpi e gli Appennini con interventi di riqualificazione ambientale; migliorare lo stato di conservazione di specie animali e vegetali particolarmente rare e minacciate o localmente estinte; promuovere la resilienza degli ecosistemi e delle comunità umane ai cambiamenti climatici.
Per raggiungere questi ambiziosi traguardi, è stato firmato un Accordo di collaborazione da parte dei principali enti italiani e svizzeri che hanno partecipato alla fase preparatoria del Piano. Gli enti, supportati da Istituto Oikos in veste di segretariato tecnico, formalizzano così l’iniziativa italo-svizzera per la riqualificazione del Ticino, impegnandosi a trovare i fondi e a collaborare nei prossimi anni per la realizzazione del Piano.
Il Piano è disponibile sul sito di Istituto Oikos cliccando qui.