Terapia innovativa per trattare i tumori resistenti alle cure convenzionali: è la prima volta al San Matteo
Una parte significativa di pazienti che un tempo sarebbe rimasta senza trattamenti efficaci ha ora una concreta possibilità di cura.
Terapia CART al San Matteo: le cellule immunitarie del paziente vengono istruite ad eliminare le cellule tumorali. Terapia innovativa per la prima volta utilizzata a Pavia.
Terapia CART al San Matteo
La terapia CART: è questo l’approccio più innovativo per il trattamento di alcuni tumori che la settimana scorsa è stato utilizzato per il trattamento di un tumore ematologico altamente maligno. Si tratta della prima volta per il San Matteo di Pavia.
“Abbiamo applicato questo trattamento innovativo per curare una paziente con linfoma aggressivo resistente alle terapie convenzionali – spiega Luca Arcaini, direttore della SC Ematologia della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo -. La terapia CART consiste nel prelevare le cellule T del paziente che vengono poi geneticamente ingegnerizzate ed educate a riconoscere e aggredire le cellule tumorali. Una parte significativa di pazienti che un tempo sarebbe rimasta senza trattamenti efficaci ha ora una concreta possibilità di cura”.
“Per l’Ematologia di Pavia è un importante traguardo che la pone alla pari delle più prestigiose istituzioni ematologiche italiane e straniere – prosegue il professor Arcaini –; il percorso che ha portato sin qui è stato avviato qualche anno fa ed è il frutto di un articolato lavoro di equipe multidisciplinare”.
Il “CAR-T team”
All’interno dell’Ematologia è stato creato un “CAR-T team” coordinato dal prof. Luca Arcaini e composto da specialisti ematologi con altissima qualificazione clinica e scientifica: Antonio Bianchessi, Irene Defrancesco, Manuel Gotti e Elisa Roncoroni.
Il team comprende anche personale infermieristico dell’Ematologia Sezione Trapianti, coordinato da Martin Hoffmann e Franca Rossetti.
Stretta collaborazione con altre specialità mediche
L’impiego di queste terapie che oggi si definiscono di precisione e che sono molto potenti e specifiche richiedono la stretta collaborazione con numerose specialità mediche.
Fondamentale è il supporto dei medici del Servizio di Immunoematologia, diretto da Cesare Perotti, che si occupa della raccolta dei linfociti, dei medici della Terapia Intensiva Generale (direttore Francesco Mojoli), di quelli dell’Anestesia e Terapia Intensiva Cardiotoracica (direttore Mirko Belliato), dell’Anatomia Patologica (direttore Marco Paulli), della Radioterapia (direttore Andrea Filippi), della Farmacia (direttore Monica Calvi), del medico responsabile della Stroke Unit del Policlinico Anna Cavallini e di un neurologo di grande esperienza come Enrico Marchioni del IRCCS Mondino.
“L’assetto organizzativo è altrettanto importante della qualità e potenza di questi nuovi farmaci cosiddetti biologici. Ci apriamo ora a ulteriori prospettive di cura con le CAR-T non solo nei linfomi aggressivi ma anche nella leucemia acuta linfoblastica, nel linfoma follicolare e nel mieloma” conclude il professor Arcaini.
(Foto di copertina: l'equipe del Professor Arcaini)