L'INTERVISTA

Sara Bellinzona dall'Oltrepo al quarto posto di MasterChef: "Ora credo di più nelle mie capacità"

Laureata in scienze gastronomiche e in gestione delle imprese agroalimentari, la 24enne è molto legata alle sue origini pavesi

Sara Bellinzona dall'Oltrepo al quarto posto di MasterChef: "Ora credo di più nelle mie capacità"
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Giovedì 29 febbraio si è conclusa con successo la tredicesima edizione di MasterChef vinta dalla toscana Eleonora Riso. Ad un passo dalla finalissima, al quarto posto si è classificata una giovane promessa della cucina. Stiamo parlando di Sara Bellinzona, 24 anni, originaria dell’Oltrepò, laureata in scienze gastronomiche e in gestione delle imprese agroalimentari.

MasterChef Italia, lo show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, è sempre disponibile on demand.

L'intervista a Sara Bellinzona

Per carattere un po’ timida e insicura, nel programma di Sky si è fatta conoscere e apprezzare per la sua bravura, per il suo impegno e per il suo sorriso:

“Non sono dovuta cambiare per arrivare fino in fondo, sono sempre stata me stessa e sono soddisfatta del mio percorso.”

Sara durante il percorso di Masterchef

Come nasce la tua passione per la cucina?

"In realtà non c’è un momento preciso in cui inizio ad amare la cucina. È stato un mix di cose, quando ero più piccola avevo dei problemi con il cibo. Cercavo di limitarmi ai soliti ingredienti. Ho riscoperto l’amore per il cibo durante l’università a Parma quando ho iniziato scienze gastronomiche e ho conosciuto dei cuochi. Ho iniziato a mangiare bene e la passione è stata una conseguenza. Poi ho iniziato a sperimentare da sola a partire dai panificati, pasta fresca e dolci".

Quando hai deciso di iscriverti a Masterchef?

"È stato il mio ragazzo Andrea con cui sto da tre anni e mezzo a dirmi di iscrivermi a Masterchef perché non ci avevo pensato. Mi sono iscritta e poi è andata bene".

Direi di sì. Sei soddisfatta di come è andato a finire il tuo percorso o ti è dispiaciuto non vincere?

"Penso che una volta arrivati a quel punto lì vuoi seriamente arrivare fino in fondo e vincere. Io mi ponevo i miei obiettivi. All’inizio dicevo voglio arrivare in top 10, poi quando ci sono arrivata volevo arrivare in top 5. Dicevo mancano pochi gradini. Mi è dispiaciuto tanto non vincere come è normale che sia ma le parole dei giudici mi hanno davvero emozionata. In quel frangente lì piangevo più perché ero felice piuttosto che per la tristezza. Se devo tirare una somma alla fine dico va bene così".

Tu sei dell’Oltrepò, originaria di Montalto Pavese. Quanto sono importanti per te le tue origini, il tuo territorio?

"Ho vissuto un po’ di anni a Parma per l’università e quando sono tornata ho apprezzato ancora di più il mio territorio. Quando sono qua mi sento proprio libera. È come se tirassi un sospiro di sollievo, vedi tutte le colline. Non c’è sovraffollamento come in città, mi sento più da campagna. La cosa che mi dispiace dell’Oltrepo è che non è mai stato valorizzato come merita. Abbiamo dei prodotti fantastici e ci sottovalutiamo tutti un po’ troppo. Il mio difetto è anche quello degli altri (sorride, ndr). Mi piacerebbe tanto rimanere qua nel mio territorio e cercare di valorizzarlo il più possibile".

Mai eccessiva mai fuori luogo, brava a scuola che fa copiare gli altri, ti rivedi in questa definizione di Cannavacciuolo?

"Certamente, è stato un momento molto emozionante. Soprattutto quelle parole dette da lui che ho sempre visto come quello che mi faceva sudare di più un complimento, sentirmi dire così da lui è stato davvero bello".

Inizialmente hai confessato la tua preferenza per Barbieri, è rimasto il tuo preferito anche alla fine?

"Tutti e tre i giudici per motivi diversi mi hanno fatto crescere tanto. Se devo proprio dare un giudizio, forse quello che mi ha martellata di più è quello che mi ha fatto crescere di più e quindi come preferenza posso dire Cannavacciuolo ma anche chef Locatelli è sempre nel mio cuoricino (ride, ndr)".

Lo chef Giorgio Locatelli durante l'audizione di Sara

Te li aspettavi diversamente i giudici?

"La prima volta che li abbiamo visti quando siamo entrati nella MasterClass tutti insieme ho iniziato a commuovermi. Mi sembrava di essere di fronte a tre persone che mi ero sempre e solo immaginata e dici cavolo è vero. Ti senti sbattere in faccia la realtà e dici sta iniziando un sogno".

Da spettatore ti dico che nel tuo percorso hai avuto un vero e proprio glow up. Se ripensi a quando sei entrata, come sei cambiata? Che cosa ti ha insegnato questa esperienza?

"Durante tutta l’esperienza mi sono accorta che pensavo di essere molto più agitata. Invece quando iniziavo a cucinare esisteva solo quello ed ero felicissima così. Lo stress ho sempre saputo gestirlo piuttosto bene. La cosa che ho sentito crescere più di altre è proprio il fatto di credere nelle mie capacità. Cose che pensavo di non riuscire nemmeno mai a fare ho scoperto che riuscivo a farle. Quindi Masterchef mi ha insegnato la consapevolezza".

I giudici parlavano spesso di questo graffio che volevano da te e forse in alcune situazioni ti sembrava di averlo già messo. Ti sei sentita incompresa in alcuni momenti? 

"Io penso sempre che nel momento in cui delle persone di quel calibro ti fanno un accorgimento di quel tipo non puoi dire non mi sento compresa. C’è da fare un’analisi profonda di come sei tu e capire cos’è quel graffio e io non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo. Volevo arrivarci da sola. Quando cucinavo mi sentivo bene, ci stavo mettendo tutto quello che potevo dare. Alla fine secondo me il graffio è il crederci, dire ci sono, so che il mio piatto è il più buono e io non ce l’ho mai fatta a renderlo così evidente questo aspetto". 

Dimmi un motivo per cui pensi di aver spaccato in questa esperienza e qualcosa che invece con il senno di poi avresti fatto diversamente

"Sinceramente io non mi sento di aver spaccato. Sono sempre stata me stessa ed è una cosa che tutte le persone che incontro per strada e che mi conoscono mi dicono, come sei tu nella realtà sei tu anche in televisione. E per me è un complimento stupendo, quello vuol dire spaccare, che non sono dovuta cambiare per arrivare fino in fondo. Sono contenta di essere arrivata quarta ma l’unica cosa che più di tutte mi brucia un po’ è che avrei voluto presentare il menù(come hanno fatto i tre finalisti, ndr). Non tanto per puntare alla vittoria ma perché volevo regalare ancora un po’ di me ai giudici".

Hai legato con gli altri concorrenti, hai ancora dei rapporti?

"Noi ci parliamo quasi tutti i giorni, siamo entrati in una routine infinita. Ci vogliamo tutti bene (sorride, ndr). Ho legato molto con Eleonora, con Nicolò ma anche con gli altri. Stando insieme tutto il giorno il rapporto si crea. Anche con Andrea, Alberto e Lorenzo sono entrata molto in confidenza".

Quindi sei contenta abbia vinto Eleonora?

"Sì sono felicissima. È una vittoria super meritata ma lo poteva essere anche per Antonio. Non ho assolutamente nulla da dire, so che Eleonora ha dei progetti in mente e qualunque cosa faccia non vedo l’ora di assaggiare la sua cucina fuori dal programma."

Nel tuo percorso hai avuto una grande difficoltà con un ingrediente. Quel sugarello che tanto ti ha fatto dannare riproverai a farlo o proprio hai chiuso?

"La cosa che fa ridere è che ho sempre amato cucinare il pesce, puntavo molto di più sulla cucina di mare. Il sugarello è stato l’unico pesce che mi ha fatto tribolare così tanto. Penso che non lo userò più, alla fine il mare è così vasto e ce ne sono tanti di pesci (ride, ndr)".

E invece il tuo piatto migliore quale pensi sia stato?

"Il piatto che mi è piaciuto di più è stato “Quaglia, zucca e fagioli”. Stavo per vincere la Mystery ma purtroppo c’era il piatto sporco sotto. Da lì in poi, grazie a chef Cannavacciuolo, ho sempre messo un pezzo di carta assorbente sotto il piatto durante l’impiattamento. Da un errore è nata una lezione".

Progetti per il futuro? Sei ancora dell’idea di aprire un agriturismo sulla collina di fronte a casa tua?

"Sicuramente ora mi aspetta tanta gavetta. Sono sempre stata di questa idea con il lavoro. Ora più che mai voglio andare a lavorare in ristoranti di un certo calibro e poi aprire qualcosa di mio. Oggi mi posso sentire appagata in termini di tecnica ma non mi sento completa, voglio imparare bene. Poi dovrò capire se fare un agriturismo o un ristorante ma il mio sogno rimane sempre quello di aprire qualcosa di mio nel mio bellissimo Oltrepo sul cucuzzolo della collina più alta perché da lì si vede tutto, la pianura e i paesini sparsi in mezzo alle vallate".

Francesco Costa

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